L’opinione di Rino La Forgia: “….e dopo i pugni in faccia, pedaliamo”
Abbiamo approfittato di questa calda estate per “staccare”, ma calcisticamente parlando con un grosso nodo in gola per le vicissitudini trascorse da quell’ormai lontano pomeriggio di Verona, per un solo maledetto punto, per il doppio salto di categoria. Abbiamo cercato di far finta di nulla mostrando come al solito in spiaggia l’appartenenza calcistica, ma qualcosa stonava e si vedeva. E’ stato duro digerire i pugni ricevuti, anche perchè non sai contro chi puntare il dito, tanti sono i personaggi che ci hanno portati al punto in cui siamo. I Lotito, i Gravina, i Sannella, i calciatori? Facciamo prima a dire chi e se ci è stato qualcuno vicino. Ma quel che è più grave è che certe figure, specie nel “palazzo”, continuano a volerci mortificare, come se tutto ciò che abbiamo subito, non è bastato. E mi riferisco in particolare al girone H in cui siamo stati inseriti, decisione penalizzante sotto tutti i punti di vista. Certo non abbiamo il De Laurentis, ma uno sconosciuto di nome Felleca, però diamine, va bene che non ci vuoi agevolare per una pronta risalita, ma impedire ai tanti tifosi di seguire la propria squadra significa penalizzarci ulteriormente, oltre che dare uno schiaffo ad una piazza notoriamente calda ed appassionata. Come fai, infatti, a non considerare problematiche a livello di ordine pubblico quando oltre ad accesi derby (inimmaginabili sino a ieri), ti devi confrontare con piazze notoriamente calde? E’ così che insieme a qualcun’altro mi son permesso di inoltrare le mie rimostranze alla Lega Nazionale Dilettanti e la risposta: un copia incolla per coloro che si sono cimentati: “…..grazie per averci contattato, cerchiamo di rispondere il prima possibile”. E poi parlano di disamore verso il calcio?
In ogni caso dobbiamo buttarci alle spalle la passata stagione e soprattutto i tanti protagonisti, specie chi andava in campo. Evitiamo di seguirne le gesta presso le loro attuali squadre, tanto si sapeva che sarebbero ridiventati campioni, e ciò non farebbe altro che acuire la nostra rabbia, ma tanto come uomini, prima ancora che come calciatori, li abbiamo ormai “pesati”. Per conto mio preferisco i ragazzi di oggi, magari limitati tecnicamente, ma vogliosi di conquistare i tifosi, piuttosto che gente con l’immaginetta nel portafogli di Tommasi (Aic), con gente mentalmente instabile, con visi in panca funzionali solo per rivalutare il Crisantemi ne “l’allenatore nel pallone” di Banfi. Con gente perennemente infortunata, anche se saliva in auto, con gente, diciamola tutta, che ha fatto i comodi propri. Con gente la cui compagna non perde occasione per punzecchiare Foggia sui social (“benvenuta civiltà”) e poi fa la parte della vittima circa le reazioni dei foggiani. A questa signora bisogna chiedere a cosa allude quando usa certe espressioni, a questa signora bisogna ricordare che il proprio compagno è letteralmente scappato dal ritiro per venire a Foggia (ah, quanto ne fui contento all’epoca). Dunque delle due, o sono falsi certi luoghi comuni o il compagno desiderava un posto a propria misura. Inoltre, voglio ricordare che l’episodio sicuramente spiacevole dell’auto, che tutti abbiamo censurato, per i tifosi foggiani rappresenta un’anomalia. Vuoi perchè avvenne dopo uno 0-1 in casa della schiacciasassi Lecce e dunque ci poteva stare, e vuoi perchè il protagonista non fu uno dei peggiori in campo. Infine anomalia perchè il massimo della contestazione, da che seguo il Foggia, è sfociato in duri faccia a faccia tra tifosi e calciatori. La signora in questione non può dirci che vuol mettere fine alla polemica, perchè è da tempo che siamo noi ad aver chiuso la faccenda. Dunque ci lasci in pace per favore.
In ogni caso si va avanti e comunque siamo entrati nel vivo della stagione agonistica e dovremmo piuttosto parlare della prima sconfitta. Una scoppola meritatissima, da una squadra a cui mancano spesso i fondamentali, ma permettetemi di dire che non sarei drastico nelle critiche. Ben vengano subito certe carenze e comunque le attenuanti ci sono eccome. Piuttosto alcune cose non le condivido, a partire dai proclami che servono solo a caricare gli avversari e terminando con le drastiche punizioni dopo una sia pur meritata debacle. Vogliamo già creare attrito e malcontento nello spogliatoio? Infine ciò che traspare dal di fuori è il…..chi fa cosa, poichè l’impressione che i ruoli, specie nell’area tecnica, non sono ben delimitati. Alla nuova proprietà rammentiamo che c’è già stato recentemente chi di nome faceva il ds e di fatto l’allenatore (e magari avrebbe voluto fare pure il presidente). Dunque… F.f.
Rino La Forgia
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