L’opinione di Rino La Forgia: “Portateci via da qui”

Quando l’estate scorsa rivedemmo un briciolo di speranza attraverso l’ingresso di Felleca, mi davo coraggio raschiando il cosiddetto “fondo del barile” pensando a quelli che potevano essere anche gli aspetti positivi e costruttivi, sia pure in una categoria dilettantistica.
Pensavo che non avrei più avuto a che fare col fuoco nemico (…ed amico). Non avrei avuto a che fare coi Lotito e compagnia bella (a proposito, è bastato imbattersi nell’ultima di campionato per scoprire attraverso un Salernitana-Cremonese e un Cagliari-Lazio, che poco è cambiato) o con i Marinelli e co. Costruttivo perchè auspicavo, oltre ad una pronta risalita, una sorta di operazione simpatia nell’affrontare squadre che incontrandoci avrebbero avuto la loro domenica di notorietà (perchè è la verità) e sarebbe stata quindi l’occasione per acquisire o rinsaldare amicizie sportive. Noto invece che dall’inizio del torneo, sia se giochiamo in casa, sia se siamo in trasferta, gli avversari si comportano come il cacciatore a cui si presenta a tiro una preda ambitissima da abbattere anche e soprattutto con le cattive, così da raccontare ai nipoti la prodezza o da esporre il trofeo in una ideale bacheca.
Francavilla è l’ultimo esempio in ordine cronologico, dove persino chi aveva il diritto/dovere di raccontare ciò che è successo nel rettangolo di gioco, ha avuto di che preoccuparsi persino in tribuna vip. E qui poi viene difficile condannare un allenatore ed una squadra che prima ancora di offrire bel calcio, deve scendere in campo, non solo con maglietta e pantaloncini, ma anche col coltello tra i denti, visto l’atmosfera fuori e dentro il rettangolo di gioco.
L’ultima gara, come tante altre, ci ha dipinto agli occhi degli avversari come favoriti, raccomandati e quant’altro, non avendo ottenuto a fine gara ciò che era nei loro auspici. Una squadra da odiare, insomma. Fa specie se pensiamo a tutto ciò che abbiamo subito non più tardi di alcuni mesi fa, ma la D regala pure questo.
Sull’ultima gara, a parte i 3 pt., c’è poco da dire, se non la bella “presentazione” di Tedesco e le polemiche da parte degli avversari su un rigore non dato a tempo scaduto. Si è contestato l’arbitro che assolutamente non c’entra nulla poichè durante il corso dell’azione incriminata era rivolto verso la parte opposta e come minimo avrebbe dovuto fermare il gioco. Chi poteva intervenire, al massimo, doveva essere il guardalinee che era quello posizionato meglio di tutti, compreso tifosi e dirigenza di casa.
Sul mercato che tiene banco, invece, un ringraziamento a Iadaresta per tutto ciò che ha fatto durante la sua esperienza a Foggia. Ragazzo a cui comunque rimprovero di essersi congedato attaccando chi ha appena lasciato. Non sò e non posso sapere quali siano state le problematiche, ma parlare dopo non lo apprezzo affatto. In ogni caso a lui tanti auguri per la carriera.
Infine in un clima natalizio suggerirei a chi non perde occasioni per scrivere qualcosa contro il Foggia, di preoccuparsi di altro. Se come presidente, ds e dg è rimasto nei cuori di pochissimi (a Foggia poi non ti dico), non si bruciasse pure come commentatore, dedicando invece le proprie attenzioni su ciò che succede in casa rossoblù, dove gli argomenti non mancano. Chi vuol intendere, intenda. F.F.

Rino La Forgia

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