Come da copione
Nel mentre a tutt’oggi c’è gente che continua a divagare sulla posizione di Rocca in campo o di sostituzioni tardive, non si vuol comprendere come anche la dolorosa sconfitta contro il Latina, a mio modo di vedere, sia maturata ancor prima di scendere in campo. Quando fiuti aria elettrica e quando si è nel pieno di una campagna acquisti, anche gli interpreti in campo ne risentono alla grande (senza giustificazioni, ovvio). Chiaro sia che se al materiale umano già disponibile mancano poi pedine imprescindibili, i risultati sono ovvi. Il licenziamento di Pavone o comunque qualcosa di grave era da tempo nell’aria, a mio modo di vedere, e si cercava solo la scusa per attuare certe strategie. Altro che disquisire sulla partita disputata allo Zaccheria o sulle questioni tecniche. Una scusa, come dicevo, possibilmente cavalcando il malumore della piazza dopo una cocente sconfitta. E non si è aspettato neppure la solita notte di “riflessione”, per mettere in atto certi auspici.
Come da copione perchè i segnali, le valutazioni, le potevano fare chiunque e senza essere dei segugi o senza fare telefonate agli interpreti principali.
Intanto dal punto di vista tecnico pensiamo davvero che senza Zeman questa formazione poteva fare di più in termini di punti? A coloro che chiedevano il solito gioco spumeggiante di zemaniana memoria è per caso venuto in mente che forse il duo Zeman-Pavone sin dall’inizio abbia inciso poco o nulla su una campagna acquisti? A qualcuno è venuto in mente che forse il duo in questione sia servito come grimaldello per entrare in casa Foggia e con gli entusiasmi immaginabili? Ricordiamo solo che qualche minuto prima dell’avvento di Canonico, il Foggia era saldamente nelle mani di un altro imprenditore (non sapremo mai però se sarebbe stato meglio o peggio). Come detto gli episodi che suggerivano ciò che sarebbe successo nel dopo partita erano evidenti. Partendo dalla fine dove il patron in conferenza stampa dichiarava che nel mercato di Gennaio sarebbe entrato in campo anche lui, oltre a Pavone e Zeman. E già qui emerge l’invadenza del personaggio, ma se poi rammenti che lo stesso Zeman si lamentava che in Agosto gli furono consegnati solo 2 elementi su una settantina, capisci un pò di cose, sia riguardo certe invasioni, sia per quanto riguarda il budget a disposizione (un delitto non assecondare la storia del boemo, trattandolo come un mister appena affacciato nel mondo del calcio). Abbiamo assistito man mano allo spostamento da Bisceglie a Foggia di un apparato formato da uomini di fiducia di Canonico, come se spostasse gli elementi da un Milan, Inter, etc, per riproporre i tanti successi (ma dove, ma quando?) in terra dauna. La questione della fascia di capitano tolta a Curcio (non è in condizioni normali una prerogativa dello spogliatoio?). Passando poi per un’intervista in esclusiva al mister in cui tutto sembrava, tranne che esaltarne le qualità. La forzatura sulla questione Kragl, fino a giungere alla presenza allo stadio (ma già lavorava da giorni col gruppo) di un ex promessa del calcio assolutamente non richiesto dallo staff tecnico. Potremmo andare avanti, potremmo pure citare di giornalisti graditi e non graditi, ma questo lo comprende chiunque. Recentemente, ma lo rammentiamo nuovamente, è che per riproporre zemanlandia c’era anche un certo Casillo che supportava, nonostante fosse un personaggio vulcanico, poichè comprendeva il valore di chi operava. Si nota qualche differenza tra ieri ed oggi? Zeman oltretutto utile solo per farsi fotografare in qualsiasi campo si andava? Fa specie poi come alcuni addetti ai lavori (opinionisti, giornalisti) si affrettino poi a giustificare la scelta del patron riportando come lo staff tecnico abbia avuto carta bianca e come la squadra abbia deluso. Ad altri i commenti. Chiaro che il boemo risentirà del colpo, è evidente. Dunque gli scenari saranno in continua evoluzione.
Ed ora? Ora Canonico dovrà necessariamente mettere in campo “finalmente” per lui, le doti tecniche di cui dispone (come ds, come allenatore, in prima persona o magari attraverso i suoi uomini di fiducia), la sua competenza nel gestire una società di calcio (un dettaglio a cosa siano dovuti i punti di penalizzazione). Ora per carità, ringraziamo Canonico per aver rilevato la società mettendoci alle spalle la vecchia gestione, ma considerare i tifosi con l’anellino al naso, proprio non va giù.
A noi tifosi non resta che fare un paio di riflessioni. Intanto è meglio un cattivo presidente o non averne affatto? Purtroppo duole evidenziare che il calcio è la logica conseguenza di una città sotto ogni profilo e mai il contrario come spesso sento dire.
Ma soprattutto, poichè siamo tutti legati a questa creatura, non ci resta che continuare a pensare che gli uomini presto o tardi vanno via, ma il Foggia resta. F. F.
Rino La Forgia
foto by Potito Chiummarulo