Al Taranto basta un rigore, al Foggia no: allo Jacovone altro disastro
Sempre peggio. Non si vede la luce in fondo al tunnel in cui è piombato il Foggia, sceso in campo a Taranto ancora senza allenatore e in preda a un caos tecnico che non sembra di facile soluzione. La squadra rossonera è praticamente in autogestione: il collaboratore tecnico Antonio Gentile (un passato nel Foggia di Padalino in serie D, anno 2012) va in panchina ma le principali decisioni sono operate praticamente dai calciatori. Che, evidentemente, optano per mettere definitivamente in soffitta il 4-2-3-1 di Boscaglia e ripartire con il centrocampo a 3, Schenetti dietro le punte e D’Ursi in appoggio a Vuthaj. Dall’altra parte un Taranto reduce dalla scoppola di Pagani contro la Gelbison e a sua volta alle prese con la forte contestazione dei propri tifosi alla società: la curva diserta e allo Jacovone regna il silenzio, rotto solo dall’ingresso dei circa 250 tifosi foggiani.
E’ dunque il derby Taranto-Foggia più dimesso della storia. Il Taranto lo vince capitalizzando al massimo il rigore generoso fischiato (il fallo di Malomo comincia fuori dall’area) da un confuso signor Tremolada di Monza; non altrettanto fa il Foggia, che dopo aver sperperato tre palle gol nel primo tempo e girato completamente a vuoto nel secondo, butta alle ortiche un secondo rigore (ancora più generoso del primo) raccattato per caso a una manciata di minuti dalla fine e tirato malissimo da uno stralunato Vuthaj.
Primo tempo a buon ritmo per entrambe le squadre. Il Taranto nei primi 4′ va al tiro tre volte, trovando Nobile (migliore in campo dei suoi) sempre pronto. Il Foggia risponde con un tris di occasioni tra D’Ursi e Schenetti. Quest’ultimo ha un paio di palloni ottimi in area: sul primo Vannucchi c’è, sul secondo l’errore dell’ex Entella è imperdonabile: era più difficile centrare la traversa (quasi in fotocopia come col Latina) che lo specchio completamente spalancato. Sarà lo spartiacque della partita: poco dopo infatti, su un banale rinvio del proprio portiere, Infantino spizza per Romano che in velocità brucia un farraginoso Malomo, costretto a fermarlo fallosamente. Il fallo da ultimo uomo (con conseguente espulsione) può starci, il rigore meno (il contatto sembra avvenire fuori area) ma la discussione non interessa a Infantino che calcia e segna il gol del vantaggio.
Il secondo tempo sarà sconfortante. In dieci uomini il Foggia non quaglia più nulla, sino a quando l’incerto Tremolada fischia nello stupore generale un altro rigore molto dubbio al Foggia. Nel parapiglia che ne consegue, Costa va oltre il paradossale e si fa espellere lasciando i suoi in nove. Il tiro con saltello di Vuthaj è da dimenticare, Vannucchi para e da’ il via ai titoli di coda, mentre i tifosi rossoneri manifestano vivacemente il proprio malumore. Gli jonici si regalano un po’ di respiro in classifica. Il Foggia prosegue invece la sua traversata nel deserto di gioco e idee, aspettando novità sul fronte tecnico ormai improcrastinabili.
Giancarlo Pugliese
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IL TABELLINO / TARANTO-FOGGIA 1-0
RETE: 36’ rig.Infantino
TARANTO – Vannucchi; Manetta, Antonini, Evangelisti; Mastromonaco, Romano, Labriola (14’st. Mazza), De Maria, Ferrara; Guida (39’st. La Monica), Tommasini (21’pt. Infantino dal 39’st. Raicevic). All.: Capuano (Panchina: Russo, Granata, Panattoni, Vona).
FOGGIA – Nobile; Garattoni (40’st.Nicolao), Sciacca, Malomo, Costa; Odjer (38’pt. Papazov) Petermann, Di Noia (40’st. Frigerio); Schenetti; Vuthaj, D’Ursi (15’st. Ogunseye). All.: Gentile (Panchina: Raccichini, Illuzzi, Chierico, Peralta, Leo, Peschetola, Iacoponi, Tonin)
ARBITRO: Paride Tremolada di Monza (Lorenzo Giuggioli di Grosseto, Matteo Pressato di Latina. IV ufficiale Giuseppe Rispoli di Locri).
AMMONITI: Petermann, Garattoni, Papazov, Sciacca, Costa (F), Ferrara (T)
ESPULSI: 35’ Malomo per gioco falloso, 36’st. Costa per comportamento antisportivo.
ANGOLI: 2-5 per il Foggia.
RECUPERO: 3’pt., 4’st.
NOTE: aL 39′ st. Vannucchi respinge un calcio di rigore a Vuthaj. Spettatori 1130 di cui 233 ospiti