“ E’ proprio quando si crede che sia tutto finito, che tutto comincia”. Come a Melfi un anno fa, così ieri a Salerno. Cuore e pali: connubio indissolubile.

Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo “amare”… il verbo “sognare”… Naturalmente si può sempre provare. Dai, forza: “Amami!” “Sogna!” “Leggi!” “Leggi! Ma insomma, leggi, diamine, ti ordino di leggere!” “Sali in camera tua e leggi!” Risultato? Niente. . . E’ proprio quando si crede che sia tutto finito, che tutto comincia. (Citazioni di Daniel Pennac).

Era il  10 dicembre del 2016 quando il Foggia giocava in quel di Melfi la partita forse più importante del suo campionato per quanto accadde dopo per effetto di una promozione in B cercata invano per 19 lunghissimi anni. La cronaca di quel pomeriggio lucano: “I rossoneri, in superiorità numerica dal 60’ per l’espulsione di Obeng, si portano in vantaggio un minuto dopo grazie ad una sfortunata autorete di Bruno su cross di Sainz-Maza. Il Melfi pareggia 10 minuti dopo con Foggia e potrebbe andare in vantaggio su rigore con De Vena che però colpisce il palo. Ultimi minuti di gara con il Foggia in pressing alla ricerca del gol che arriva all’86’ con Sarno che su assist di Riverola spedisce in rete. Nei minuti di recupero giunge anche il terzo gol con un azione personale di Sicurella che trafigge Gragnaniello con uno splendido tiro dal limite dell’area.

Torniamo ad ieri, 21 dicembre 2017, Salernitana – Foggia, palo di Sprocati sul risultato di parità (0-0), traversa di Signorelli nel finale del primo tempo col risultato sempre ancorato sullo 0-0, traversa di Rossi col Foggia in vantaggio per 2-0. Floriano goal, Agazzi goal e Floriano nuovamente in goal. “Sogno o son desto” hanno pensato i 300 meravigliosi ed unici tifosi del Foggia presenti ieri all’Arechi. Foggia che paradossalmente con quel finale di gara condito dai tre bellissimi goal non ha rubato alcunché costringendo la Salernitana ad uscire tra i fischi dell’Arechi per la prima sconfitta subita tra le mura di casa. “Corsi e ricorsi storici.” Foggia che non dimentichiamo ha fatto a meno, in seguito ad una scelta societaria, del proprio calciatore più rappresentativo, quel Vacca, gioia e delizia ma anche croce della tifoseria foggiana.

Fine di un “amore” tra Vacca ed il Foggia? Una richiesta economica elevata, ritenuta esagerata dalla società, avrebbe esasperato gli animi per un calciatore ormai a fine contratto allettato da proposte di altre società. Di contro sembra in arrivo una mezza rivoluzione ad opera di quel Luca Nember su cui in tanti pongono gran parte delle speranze per una risalita in classifica. Ma al ritorno a casa, come dimenticare Salerno? Le luminarie nella bellissima città campana sono state tutte foggiane e che bagliori ieri all’Arechi!

Luciano Gallucci