…e pareggio fu!

Così dopo 17 turni, in un 17 Aprile, ci siamo ricordati che non esistono solo vittorie e sconfitte, ma anche pareggi, utili comunque a far muovere la classifica e soprattutto a lasciare inalterate certe ambizioni. Alla vigilia molti hanno parlato di pareggio come risultato da evitare, ma la nostra idea è che…. magari ce ne fossero stati di altri…..

Si affrontava dunque una Ternana che faceva venire alla mente tradizioni nel complesso tutt’altro che positive. Ricordo inoltre la Ternana per quella cessione mai avvenuta, ma che ha tenuto banco per tantissime sessioni di calciomercato: chissà per quanto tempo avranno fischiato le orecchie di tal Tozzi Borsoi. Alla fine vedrete che lo sfizio ce lo toglieremo ingaggiandolo come autista del pullman rossonero.

La gara: in campo e sin dall’inizio abbiamo visto gli umbri, così come ce li aspettavamo. Squadra che sopperisce ad una tecnica non certo sopraffina, con grinta e ritmi vertiginosi. Soluzione questa che ha spesso messo in difficoltà i nostri, più dotati qualitativamente ed abituati ad un gioco più ragionato. Schemi semplici quelli della Ternana che attraverso un attaccante fisso in avanti ha creato veri e propri grattacapi ai nostri difensori. Quel Carretta che fa della velocità la propria arma migliore, elemento che conoscevamo già avendolo osservato per diversi anni nel Matera. Probabilmente andava marcato da un difensore altrettanto forte nella corsa (Loiacono), così da evitare ammonizioni e situazioni abbastanza pericolose (prenda spunto mister Stroppa perchè contro un Galano non servirà certo un lungagnone…). Ma direi che l’intera difesa foggiana non ha offerto una prestazione da riportare ai posteri (con un Guarna che alterna buone parate al solito e puntuale passaggio all’avversario). Un primo tempo dunque con i rossoverdi pronti a dar sfogo alla propria rabbia agonistica per una rincorsa verso zone più tranquille e perciò animati dalla voglia di far un sol boccone dell’avversario. Il Foggia dal canto suo si è mal adeguato a questi ritmi, ed inevitabilmente ha subito perchè non è nelle sue corde confrontarsi con delle schegge. Infatti l’undici rossonero faceva fatica e si affidava alle solite iniziative di Kragl. In ogni caso si sperava che col passare del tempo “le fere” potessero risentire a livello fisico, ma aiutati da una condizione atletica di un certo livello, hanno tenuto bene per tutta la gara, nonostante i tabellini parlino di un Foggia che non è stato di certo a guardare. A fine gara però spiace sentire un De Canio attaccarsi ad un rigore non fischiato, poichè il risultato ci sta tutto e se vogliamo l’episodio citato non era assolutamente solare. Viceversa controllerei la posizione di fuorigioco sulla prima rete dei ternani. Un’incontro fatto nel complesso di episodi, determinato da errori/orrori (male il pallone gestito da Agnelli sul secondo gol), ma anche dalla voglia di rivalsa di alcuni dei nostri che meriterebbero di giocare titolari. Anche in questo caso il mister tenga conto delle caratteristiche di un Beretta che comunque a livello realizzativo non è da meno a Mazzeo (prestazione opaca nonostante la rete); tenga conto inoltre, ma lo sbandieriamo da tempo, che è un delitto un Floriano in panchina a dover dimostrare il proprio valore in situazioni semi-compromesse ed a pochi minuti dal termine. E’ evidente che uno come Floriano (insieme a Deli) ha cambiato totalmente la partita. Infatti, nonostante la decina di minuti a disposizione, mi sbilancio indicando l’esterno sinistro come il migliore in campo insieme a Beretta. Su Stroppa: continueremo a dire la nostra pure se si vestirà in modo non adeguato, ma sta di fatto che continuare a criticarlo ed anche aspramente, è sinceramente una cosa che fa rabbia e lascia increduli. 50 pt raggiunti, +12 dai play out, + 14 dalla retrocessione diretta, son numeri che non lasciano spazio a lamentele.

Terminiamo col prossimo match. Che sia una festa dello sport, fatta di sfottò e quant’altro, ma senza andare oltre (ormai siamo segnalati anche se starnutiamo). Dobbiamo rammentare che tra noi e loro abbiamo dalla nostra la serenità tipica di chi l’obiettivo l’ha già realizzato, rispetto a chi ha promesso mari e monti. Serenità ma anche cuore in campo, poichè al di là dell’odio sportivo, solletica molto strappare la leadership nella nostra regione, solletica sgambettarli nelle zone nobili di classifica, solletica vendicare il golletto subito all’andata al fotofinish. F.f.

Rino La Forgia