Il commento/ Pro e contro delle prime due giornate: Grassadonia alle prese col rebus modulo
La pausa di campionato è anche un’occasione per una pausa di riflessione sui contenuti tecnici proposti da questo inizio torneo. Sul Foggia c’è tanto su cui meditare. Anzitutto perché la squadra vista fin qui non è esattamente rappresentativa dell’organico a disposizione, alla luce delle numerosissime assenze, tra squalifiche e infortuni, che hanno gravato sulle scelte di mister Grassadonia. Un organico complesso e articolato, con un tasso tecnico elevato in alcuni reparti ma forse qualche carenza in altri, già nota.
Alla riflessione mi aggiungo anch’io, con questa mia “chiacchiera” da Bar Sport. Analizziamo i Pro e i Contro evidenziati dai rossoneri nelle prime due giornate:
I PRO – Col Carpi è andata tutta fin troppo bene. Anzitutto occorre rimarcare i ben 2 gol realizzati su palle inattive, nel recente passato sempre una nota un po’ dolente (molti di più i gol presi che quelli segnati sui palloni da fermo). Il primo, quello di Camporese, mette la partita con gli emiliani, fino a quel momento ancora su binari di equilibrio, in discesa per i rossoneri, agevolando alcune soluzioni di Grassadonia: con il Carpi a quel punto costretto a fare la partita, infatti, i rossoneri possono abbassarsi di qualche metro, per ripartire in velocità (col valore aggiunto di due motorini come Busellato e Cicerelli) mostrando grandi qualità in campo aperto. I gol di Loiacono e Cicerelli (dopo un grande slalom di un sorprendente Carraro) certificano questa caratteristica. Sarà questa allora la chiave di lettura per comprendere l’atteggiamento nel primo tempo contro il Crotone. Un primo tempo che non è stato così negativo, in realtà: nella prima frazione in scena allo Scida, infatti, il Foggia, pur poco brillante in fase di impostazione, è però bravo a “sporcare” l’avvio di azione dei calabresi, in grande difficoltà in tale fase, come dimostrato dall’azione-gol sprecata da Cicerelli dopo un madornale errore del portiere crotonese. Peccato che il gol del vantaggio di Faraoni cambi inevitabilmente il volto alla partita.
I CONTRO – Anzitutto: qualche avvisaglia in realtà si era vista anche contro il Carpi: la difesa balla troppo. 2 le palle gol concesse agli emiliani nel primo tempo, altrettante nel finale, sul 4 a 2, dopo i 2 gol comunque entrambi non derivati da situazioni di gioco irresistibili (il primo su una seconda palla dovuta alla difettosa respinta di Bizzarri, il secondo sugli sviluppi di un corner con il limite area poco controllato). Col Crotone si aprono le cataratte, ed è utile soffermarsi sui gol calabresi perché ognuno segnala un problema. Nell’1 a 0 molti danno la colpa a Kragl perché il pallone arriva sul suo lato: in realtà è stata una grande azione del Crotone di Stroppa con la sfera che arriva da esterno a esterno, trovando l’intera retroguardia rossonera (compreso il tedesco) alle prese con lo “scivolamento” delle marcature. Forse, ci fosse stato un centrocampista in più, avrebbe potuto abbassarsi su Faraoni, giunto di gran carriera dall’altro lato. Sul tiro Bizzarri non è reattivissimo e c’è un po’ di sfortuna (pallone fra le gambe di Kragl), ma in realtà la frittata è fatta nel momento in cui Faraoni è solo alla battuta.
Il secondo e il terzo gol arrivano in modo simile: fondamentalmente si tratta di banali rinvii (“palloni lunghi”) su cui si verificano catene di errori quasi identici. Martinelli sul 2-0 non riesce ad anticipare l’avversario, sulla seconda palla Firenze è libero di avventarsi e partire in velocità: Tonucci arretra troppo, evitando il confronto immediato, forse perché già ammonito, ma così facendo non chiude lo specchio propiziando il tiro a fil di palo che non lascia scampo. Sul terzo gol, è ancora Martinelli a rinviare goffamente il lancio proveniente dalla retroguardia crotonese, ma anche qui sulla seconda palla non c’è nessuno dei nostri e Nalini ha tempo e modo di sorprendere con un (ahinoi!) pregevole pallonetto Bizzarri fuori dai pali (forse uno o due passi avanti di troppo?). A quel punto la gara è compromessa, e non serve neppure raccontare la quarta marcatura, perché nel Foggia salta evidentemente un po’ tutto mentre il tecnico Crotone va sul velluto. Ma questi gol fanno riflettere perché c’è un denominatore comune: su situazioni di gioco banali (il lancio lungo) i reparti si fanno sorprendere troppo scollati, tra quello arretrato e quello mediano si apre un deserto in cui l’avversario arriva sulle seconde palle ritrovandosi in parità numerica. Poco reattivi o troppo lunghi? Di sicuro questi episodi mostrano qualcosa che non va.
L’ANALISI : se col Carpi il vantaggio iniziale (su palla inattiva) ci ha senz’altro avvantaggiati, consentendoci di dispiegare le indubbie doti nel gioco di rimessa, col Crotone è avvenuto l’esatto contrario, a causa di un gol tutto sommato episodico nell’economia del primo tempo ma in cui c’è senz’altro, come s’è visto, qualcosa che non ha funzionato. Quando il Foggia deve fare la partita ha qualche difficoltà in più: quella più grave è che tende ad allungarsi troppo. Questa sconnessione fra i reparti contribuisce all’inferiorità numerica sostanzialmente subita, in particolar modo nella ripresa (col calo fisico subentrante,in particolare sugli esterni), dalla coppia Agnelli-Carraro. Quest’ultima non è parsa particolarmente ben assemblata. Agnelli corre tanto, Carraro invece è veloce di piede (ha almeno un tempo di gioco in meno rispetto a Leandro Greco) ma non di “gamba”. L’impressione è che rincorra troppo poco per quello che questo modulo richiede, lasci solo Agnelli a “mordere” gli avversari e non sia altrettanto elastico. Inoltre, se pressato, non ha la possibilità di sciorinare i suoi lanci o le sue giocate, come nelle “ripartenze” viste contro gli emiliani. A quel punto avere 3 punte o quasi punte serve a poco: come le raggiungi?
SIA CHIARO : non sono un “addetto ai lavori”: come detto in premessa, quello che scrivo qui non ha più dignità di una “chiacchera da bar” (magari, come tale, è solo un po’ più “sobria” della media). Mi permetto però di aggiungere materiale alle riflessioni suscitate da questo avvio di torneo: io ho l’impressione che il Foggia, in questa fase (in cui la condizione atletica riveste un ruolo nient’affatto secondario), non possa “permettersi” di rinunciare a un uomo in più a centrocampo. Probabilmente il 3-5-2 è ancora presto per mandarlo in soffitta: con un centrocampo a 3 Carraro potrebbe agire più basso e meno oberato da marcature (da subire e da fare); ci sarebbe un uomo in più in copertura, in grado di ricucire i reparti ed evitare gli orrori di Crotone; Agnelli o chi per lui non sarebbe costretto a un super-lavoro mentre si ritroverebbe la posizione per Deli, che al momento (=nel modulo visto nelle prime due gare di campionato) resta un mistero. Certo, a quel punto devi tornare ad affidarti a un possesso più ragionato, e i problemi non sarebbero tutti sanati: il terzetto di retroguardia continua infatti a mostrare schicchiolii (come li ha mostrati lo scorso anno, rispetto al quale abbiamo perso Calabresi e acquisito due giocatori ancora tutti da scoprire come Ranieri e Boldor) mentre in avanti c’è una sovrabbondanza di uomini e soluzioni che rende complicato il puzzle a disposizione di Grassadonia.
Già, perché quando anche i pezzi da 90 del mercato di Nember (Galano, Iemmello, Rizzo…) saranno “abili e arruolati”, il Foggia che verrà, assolutamente spaventoso sul piano tecnico per qualsiasi avversario, sarà un gran bel rebus da mettere in campo.
Giancarlo Pugliese