….PIU’ ROSA O PIU’ NERO?

Le speranze della vigilia erano ben diverse, ma sapevamo perfettamente che si andava ad affrontare una corazzata e questa considerazione in parte dovrà calmare gli spiriti distruttivi di chi intende mettere Grassadonia sulla graticola. Del resto a mente fredda chiunque sà che una squadra con tanti volti nuovi (compreso il mister, appunto) dovrà aver tempo per essere “registrata”. Chiunque sà che il Foggia deve man mano acquisire le prestazioni di alcuni big, a cui bisognerà dar loro il tempo sufficiente. Questa è la normalità delle cose e il precedente campionato ha insegnato proprio questo. La normalità dunque dice che il Foggia è destinato a crescere nel tempo. Del resto bisognerà anche comprendere che Nember, che rimane un grande, per fare le magie a cui ci ha abituati, fà di necessità virtù, e dunque non potendo disporre di vagonate di banconote per assicurarsi delle ottime pedine, ha dovuto necessariamente, a partire dallo scorso anno, acquisire le prestazioni di calciatori ai margini della rosa (Tonucci, Greco, etc) o di calciatori convalescenti (Iemmello, Rizzo, etc), dunque….calma. Chiaro sia che la cruda realtà dice anche che si può pazientare fino ad certo punto, perchè un campionato con partenza ad handicap ed a 19 squadre non consente di fare le cose con calma. Bisogna correre, correre, correre. Ed allora l’unica è arrivare ad un compromesso: tralasciare il bel gioco e difendere a denti stretti un risultato, almeno per il momento. Bene, per la mancanza del gioco direi che al momento ci siamo (ironico). E infatti qui, dopo aver fatto le dovute considerazioni e giustificazioni, bisognerà comunque entrare nel merito di ciò che il Foggia ha comunque espresso fin qua, perchè anche diverse altre formazioni hanno bisogno di tempo, ma stanno comunque macinando punti. Dei pezzi da 90 di cui siamo in attesa, abbiamo già detto, ma sta di fatto che oggi chi va in campo non sono certo dei pellegrini. A tutt’oggi notiamo un attacco sterile. Ahi, ahi, la cessione di un Floriano in grado di mettere in campo verve e doti realizzative, oltre a “spaccare” una partita. Un centrocampo che sembra non reggere l’urto della categoria con Agnelli e Carraro. Ahi, ahi, l’assenza di Greco e Agazzi. Così come una difesa che anche contro la vittoriosa partita interna col Carpi, ha dimostrato come anche quel reparto si concede troppi rilassamenti.
Contro il Palermo si è visto un Foggia un pochino timoroso contro una formazione anche lei in cerca di una precisa identità, a cui si è data la possibilità di portare a casa la posta piena attraverso l’acuto di alcuni dei suoi, ma senza dimostrare di essere questa gran potenza. In attacco Mazzeo credo non abbia neppure avuto una remota possibilità di impensierire il portiere avversario e il tutto era in mano alle inventive del duo Chiaretti/Deli (si dovrà comprendere il perchè Cicerelli, cioè quello più in palla a tutt’oggi, siedeva in panca). A centrocampo si è detto ed anche qui, nonostante qualche assenza di peso, non si comprende il perchè un Gerbo in queste situazioni di emergenza, debba timbrare il cartellino solo a 5 minuti dalla fine. Così come non si comprende che uno come Kragl deve piuttosto essere un’arma per offendere e non per difendere. Si sà che il tedesco, oltre alle solite bordate, se lanciato sulle corsie, è in grado di creare scompiglio con le sue accelerazioni, con la sua potenza fisica. E tutto ciò non c’entra nulla con la condizione fisica, bensì con le pedine in campo e relative posizioni. In ultimo la difesa. Il reparto in questione era quello che avrebbe dovuto soffrire di meno, ma evidentemente anche lì ci sarà da lavorare. A proposito, a mio avviso Martinelli contro i siciliani è meritevole di citazione.
Che dire, Grassadonia sa perfettamente com’è l’ambiente foggiano, le sue esigenze, le sue contraddizioni. Ma se non fosse così sarebbe una piazza qualsiasi. Dai tifosi avrà sempre sostegno, ma da Pescara in poi è bene che porti punti in saccoccia. Coraggio mister.
Infine mi sento in dovere di salutare con tanto, ma tanto affetto, un calciatore che a Foggia ha lasciato il segno e che seguiremo ovunque: buona fortuna Floriano. Così come un grosso ringraziamento va ai commissari. Gente venuta tra la diffidenza generale, ma che hanno distribuito positività a destra e manca. Grazie mille. F.f.

Rino La Forgia