RIFLESSIONI AD ALTA VOCE/L’insostenibile leggerezza dello Zaccheria

di Francesco Bacchieri/

Milan Kundera mi perdonerà l’audacia con cui, parafrasando il suo celebre capolavoro esistenzialista, mi provo a descrivere lo stato d’animo di quei 12.000 spettatori (ed io tra loro) che ieri fissavano increduli il terreno di gioco alla fine dell’ennesima partita persa dal Foggia nel suo tempio, “l’Inferno Rossonero”, quello che secondo Paolo Maldini, storico terzino del Milan e della Nazionale, faceva tremare la terra sotto i piedi anche alla squadra allora più forte del mondo salendo le scale del tunnel d’ingresso del campo.
“Un incubo” confidava Maldini al nostro Gigi Di Biagio, mediano dell’epopea zemaniana.
Un incubo trasformato in un’amarissima realtà, venticinque anni dopo, non per gli avversari, ma per l’incredulo pubblico dello Zaccheria che, allo scadere del 90^, non riusciva nemmeno a rispondere agli sberleffi dei festanti ultras abruzzesi assiepati in un tripudio di sciarpe e bandiere biancazzurre a sinistra della curva Franco Mancini.
Se per il filosofo ceko l’ebrezza di una vita vissuta con sregolatezza finisce inevitabilmente per annichilirsi davanti alla dura realtà della nostra esistenza, così gli echi dei tripudi di una fantastica cavalcata proseguita per tutta la stagione passata all’ombra degli spalti di viale Ofanto oggi si scontra contro una durissima verità: a Foggia le nostre avversarie non tremano più, anzi, la suggestione dei nostri spalti sembra moltiplicare le forze dei calciatori ospitati visto come ci battono quasi con “leggerezza”, oltretutto premiati sempre oltremisura dalla “Dea Eupalla”, come Gianni Brera amava definire la fortuna nel calcio. La partita di ieri contro il Pescara è lì a dimostrarlo.
Lo Zaccheria è sempre stato, e lo sarebbe dovuto essere ancor più in questa agognata stagione cadetta, la nostra risorsa principale, il dodicesimo uomo in campo, l’inferno dove “incenerire” ogni velleità delle formazioni sfidanti. Si stà rivelando la fossa dei nostri sogni, delle nostre ambizioni. Si fa fatica a ricordare 5 sconfitte in 11 partite in casa ed una sola (soffertissima) vittoria. Solo 1 punto dei 12 disponibili nelle ultime 4 gare interne. Numeri da apocalisse per uno stadio da sempre tra gli “inespugnabili”.
Nel silenzio strozzato dei tifosi rossoneri a fine gara si esprimeva tutta l’insostenibilità di questa situazione. Gli sguardi si incrociavano, se non fissi nel vuoto, a cercare risposte negli occhi degli altri. Ma non ci sono risposte.
Il Foggia a Foggia non vince più. E nessuno sa il perchè.

Francesco Bacchieri