RIFLESSIONI IN AGRODOLCE
Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Ma l’incontro con la Cremonese lascia anche considerazioni non belle. Spiace che lo sport, veicolo di gioia e spensieratezza porti notizie luttuose come quella di cui abbiamo avuto notizia durante il corso della partita. Un gran colpo per tutti e costa molto anziché godersi una vittoria, pensare ad “uno di noi” che ci lascia. Da parte nostra sentite condoglianze.
Parlando invece di cose più frivole e dunque della gara, abbiamo notato sicuramente un Foggia diverso dal solito. Un Foggia che sin dal primo minuto aveva ben chiaro l’obiettivo da raggiungere al termine dei 90 minuti. Squadra corta ed accorta, attacco finalmente funzionale nonostante gli avanti debbano ancora assodare per bene i movimenti. Buon centrocampo e difesa all’altezza, tranne nell’episodio della rete subita. Strano piuttosto che tutto ciò sia capitato in una delle giornate (a memoria) più incolore da parte di Kragl, che pur realizzando una rete, non è stato brillante come in quasi tutte le circostanze in cui l’abbiamo visto all’opera. Da segnalare le belle prestazioni di Ranieri e di Gerbo (su quest’ultimo un caro amico chiede come mai non provi più spesso la conclusione. Io invece mi chiedo semplicemente perchè non è inserito in pianta stabile in formazione). A concludere darei poi un voto d’incoraggiamento a Bizzarri, autore di una vera prodezza verso la fine. Su quest’ultimo legittime le lamentele su alcuni precedenti interventi, ma piace rilevare come il nostro portiere faccia parte degli undici in campo e come tale a volte si sia “adeguato” al grigiore dei compagni di squadra. Finito? Tutt’altro.
Riguardo quello che è successo recentemente, ma probabilmente è solo un mio pensiero, ribadisco il malcostume dell’esonero di un allenatore in corso d’opera in generale (escludendo questioni caratteriali o comportamentali), che semplifica un progetto che va a rotoli, poichè se vogliamo sintetizzare le colpe sarebbero dell’allenatore che non ottiene gioco e risultati, di chi l’ha scelto e messo la faccia (ds), della proprietà che ha benedetto il tutto.
-Grassadonia: alla fine è andato via ma le colpe non sono solo sue (come detto). Certo è evidente che spesso sia andato in confusione, ma da qui poi a toccare non solo il professionista, ma anche l’uomo. Sicuramente non mi trova d’accordo. E comunque i suoi punti li ha fatti (comprensivi di penalizzazione), comunque si è dovuto confrontare con una rosa squilibrata a cui evidentemente si dovrà porre rimedio, Grassadonia o meno. Infine è venuto meno a certe promesse “fuori luogo” circa un campionato tutt’altro che da salvezza, e questo ha accresciuto le nostre attese. A lui auguro le migliori fortune;
-La squadra: siamo tutti contenti della vittoria e speriamo che sia solo l’inizio, ma fa anche male il cambiamento avvenuto nel giro di qualche giorno. Ne ho sentite tante sull’ormai ex mister sul gioco, posizioni in campo, a cui mi accodo anch’io, ma resta il fatto che anche se non metti un calciatore nella posizione ideale, se anche sbagli i cambi, se anche sbagli gli schemi di gioco, io ritengo che un calciatore non potrà dare 100, ma neppure 0. A Livorno dunque hanno giocato contro l’allenatore? Proviamo a riportare questa considerazione nel mondo “reale”, nella normale occupazione di un lavoratore rispetto al proprio capo o chi gli organizza l’attività per cui è pagato e confrontiamo, così da trarre una morale. Ovviamente ci sarà chi contesterà che non siamo mai contenti, che dobbiamo sempre trovare il pelo nell’uovo. Nella realtà vogliamo semplicemente che certi risvegli da un giorno all’altro, non succedano più. Quanto meno nel rispetto di chi si è ad esempio recato a Livorno con tutti i sacrifici del caso (viaggio, soldi, lontani dalle famiglie, etc). Ma noi siamo tifosi e dunque facciamo presto a girare pagina e guardare avanti;
-Nember: “play off quest’anno? Perché no”, “Carraro una spanna in più rispetto a Greco” e tanto altro. In più 6 attaccanti, chiavi del centrocampo date ad un ragazzo che “si deve fare” e difesa orfana di un Calabresi. A ciò si potrebbero aggiungere altre considerazioni, ma lì sfioriamo il campo della fantasia ma che comunque son racchiuse in alcuni frammenti della televisione di stato durante Foggia-Cremonese, nel mentre da indicazioni alla squadra facendo attenzione a non essere ripreso. A Nember personalmente non finirò mai di ringraziare per ciò che ha fatto dal proprio avvento, ma dalla campagna estiva in poi quel grosso credito accumulato, lo sta man mano disperdendo;
-Padalino: a me non hanno mai interessato i nomi, che sia Del Neri, che sia Rossi, etc, poiché i soli nomi non sono garanzia di nulla se non hai una rosa all’altezza e se i giocatori non ti seguono. Non so quali potranno essere i risultati con Padalino, ma credo che pur non avendo mai allenato in B come “mister titolare”, abbia comunque lavorato bene in piazze calde ed importanti quali Lecce e Matera. Se poi vogliamo come titoli di merito c’è che si riprende il suo Foggia dopo averlo fatto risorgere solo qualche anno fa. Vogliamo poi mettere: ex allenatore, giocatore e foggiano? Ed evidentemente tifoso, capace dunque di conoscere anche nei dettagli (sia pur da spettatore) circa la rosa, circa il gioco espresso sino ad ora. Francamente però ora l’unica perplessità rimane sulla libertà delle proprie scelte. Infine l’unico appunto che posso fare al neo mister (che comunque ho seguito qua e là) e che a mio avviso lo ha penalizzato non poco lo scarso feeling coi media e con la tifoseria. Anche in questo caso però può migliorarsi.
-La tifoseria: splendidi come al solito. Giustificata la contestazione a Livorno (senza eccessi però), ma quando c’è bisogno, loro ci sono sempre. Altro che tifoseria violenta e balle del genere. Foggia-Cremonese (compreso tutto quello che è successo fuori dal rettangolo di gioco) è la perfetta fotografia di quello che sono nella realtà. F.f.
Rino La Forgia
© RIPRODUZIONE RISERVATA