L’opinione di Rino La Forgia: “A mente fredda”

Anche a mente fredda purtroppo il pensiero va sempre a Venezia e con tutti gli strascichi che il risultato, la prestazione (ed il valore dell’avversario) hanno portato. Persino il posticipo Livorno-Brescia che ci vedeva come spettatori molto interessati, non ha stemperato rabbia, delusione e nonostante il risultato a noi favorevole. Che poi già il dover portare sfiga ad una squadra, di per sè non è bello, ma poi a risultato avvenuto ed auspicato, ti rendi anche conto di come gli amaranto abbiano giocato col “sangue agli occhi”, con una vivacità ed intensità tale da mettere seriamente in difficoltà la capolista. E da lì, sia pur con l’identico risultato del Foggia, ti vengono spontanei i raffronti sulle due formazioni appaiate a 30 punti e sulla fame messa in campo nella giornata appena trascorsa. Già, la “fame”, quella sconosciuta, nonostante il gioco ed il possesso palla espresso. E soprattutto ti viene a mente come una nostra vittoria era alla nostra portata, e che classifica alla mano pure un pareggio avrebbe avuto rilevanza (altro che tutto l’iter per vedersi abbuonati 1 pt dalla penalizzazione). Soprattutto ciò che mi ha infastidito, ma credo a chiunque, è il non aver visto gente ringhiare su ogni pallone, così come una sfida del genere lasciava prevedere. Certo la sconfitta interna dei labronici ci permette di giocarcela, ma è evidente che la prestazione di pasquetta dovrà necessariamente essere diversa rispetto a quella di sabato scorso. Non mi va di esprimere preferenze su chi vorrei vedere in formazione, ma l’auspicio è che chiunque scenda in campo senta sua la maglia e non si limiti a timbrare il cartellino. Inviti che dovrebbero essere superflui per dei professionisti, e non ti dico per coloro che hanno preso a cuore le sorti di questa squadra. Certo il calcio è cambiato di molto, ma come fai a non rammentare chi per questa maglia ha dato tutto e continua a soffrire anche sugli spalti dopo aver appeso anche da tanto le scarpette al chiodo. Vaglielo a spiegare ai tantissimi ex che continuano a seguire con trepidazione, vaglielo a spiegare ai vari Memo o Patino, tra l’altro presenti al Penzo. Ma la lista sarebbe non lunga, di più, ed a partire da un’icona come Pirazzini. Altro che motivatori o psicologi. Qui contro il Livorno serve la vittoria, senza se e senza ma. Punto. Così come dico basta con le conferenze stampa con propositi battaglieri a cui siamo abituati ormai da tempo e che non trovano riscontro in campo. A me basta che non lo dicano davanti alle telecamere, bensì allo specchio. Riguardo gli spalti, al bando la gita fuori porta, c’è il Foggia da salvare. A noi tifosi spetta il compito di sostenere chi rappresenta i nostri colori, SOPRATTUTTO QUANDO LE COSE VANNO MALE. 19 anni di sofferenze valgono ben più di una grigliata. Appuntamento allo Zacc. F.f.

Rino La Forgia

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