AI VOTI / Nel disastro di Picerno, Vuthaj e Ogunseye (insieme) meglio dei (troppi) trequartisti

Una debacle senza attenuanti quella di un Foggia confuso, fragile e svilito dalle idee chiare e dalla velocità di un Picerno che, pur reduce dal poker subito a Catanzaro, ha cancellato in un baleno i giudizi sommari della vigilia. Il -6 dal gruppo di testa (insieme al -12 di differenza reti rispetto ai giallorossi calabresi) è già un dato impietoso, sebbene si sia solo agli inizi di un percorso ancora tutto da scrivere. Non è dunque il momento dei processi (e, dopo appena due partite, ci mancherebbe altro). Dal canto nostro, ci limitiamo alle valutazioni dei singoli dopo la serata del Curcio.

NOBILE 6 / Un intervento a inizio gara. Poi su Reginaldo e sul rigore non ha responsabilità. Qualcuna se la assume lui stesso sulla beffarda punizione di Pitarresi, ma andrebbe attribuita anche a Peralta che, col saltello sotto cui passa il pallone, vanifica la barriera.

LEO 5 / Mai al centro del gioco, iniziative nulle, poca sincronìa nelle sovrapposizioni e in più tiene in gioco Reginaldo nell’azione del vantaggio picernino.

[70′ GARATTONI 5,5 / Quando entra regna tanta confusione. In mezzo al campo c’è il rombo ma con Peralta non c’è dialogo]

MALOMO 5,5 / 22 volte titolare lo scorso anno nella difesa dei record del fortissimo Sud Tirol, ha già visto in due partite i due terzi dei gol presi nell’intera stagione con gli altoatesini: sei (su nove). Un pochino di sfortuna sull’episodio del rigore, ma lo “splendido quarantenne” Reginaldo lo fa impazzire.

SCIACCA 5,5 / Già al primo minuto un errato disimpegno a Malomo regala la palla gol all’avversario. Seguirà una partita di sofferenza, dove le misure tra i reparti troppo spesso non saranno quelle ideali.

COSTA 5,5 / E’ il giocatore della rosa rossonera col curriculum più importante e l’esperienza si fa sentire. Tuttavia non replica la bella impressione resa col Latina. Forse perchè, davanti, ha D’Ursi e non Peschetola:  la colonna di sinistra ne risente.

[70′ NICOLAO 5,5 / La verve, come al solito, ce la mette, ma il Picerno ha già tappato le fasce ed è costretto sempre a rientrare sul piede debole. Per gli esterni bassi in questa squadra, ora come ora, è durissima]

DI NOIA 5 / Boscaglia mette i due centrali di centrocampo coi piedi invertiti rispetto alla posizione di competenza. E così, mancino sulla mattonella destra, non solo non trova la misura degli scambi con Schenetti e Peralta (dal lato congeniale al piede di calcio) ma è farraginoso nella postura, i tempi di gioco si dilatano e gli avversari sovrastano lui e Petermann.

[88′ TONIN s.v.]

PETERMANN 5 / A gran voce invocato dalla piazza dopo il Latina, delude fortemente ma (leggasi anche alla voce Di Noia) non è tutta colpa sua. Il reparto non si salda con la batteria dei trequartisti e l’avversario finisce col far valere la superiorità numerica. Così non può funzionare.

PERALTA 5 / Tanto fumo ma l’arrosto non arriva (e che dire di quel gol divorato all’alba della gara). Poco meglio nel finale ma non è quello che ci si aspetta da lui.

SCHENETTI 5 / La sensazione è che manchi sempre concretezza nelle giocate e rapidità negli scambi. Quando Boscaglia mette la seconda punta, lui scompare senza mai trovare la posizione giusta per entrare nel vivo.

D’URSI 5 / Irrilevante. A volte anche irritante.

[56′ OGUNSEYE 7 / E’ l’unico a impegnare (severamente) Crespi in ben due occasioni e meritava senz’alto il gol. Possiamo dirlo? La coppia con Vuthaj, per efficacia e peso specifico anche sul piano del gioco, ci intriga molto di più della pur tanto attesa accozzaglia di fantasisti.]

VUTHAJ 6 / Anche il suo impiego come titolare era stato in settimana acclamato a gran voce. All’inizio sorprende per altruismo (ma Peralta non ringrazia, centrando De Franco). Poi ingaggia ben presto una lotta senza quartiere contro i due centraloni del Picerno. La comunicazione col reparto latita, stenta a trovare palloni giocabili e si butta un po’ troppo “per le terre”. Ma, come scritto in cronaca, si sbatte tantissimo e, nel disastro generale, merita la sufficienza. Coglie anche un palo creando un’occasione quasi dal nulla e con Ogunseye sembra trovarsi mica male. Sarebbero entrambi da rivedere (insieme)

Giancarlo Pugliese

RIPRODUZIONE RISERVATA