B-Movie / Aspettando Gravina, la B ultimo baluardo dei giovani italiani.
Mentre Walter Zenga proverà a parare i rischi retrocessione a Venezia, e le società cadette pronunciano l’endorsment per il candidato alla Presidenza federale Gabriele Gravina, la serie B ritorna dopo la sosta per la finestra delle nazionali. Ci permettiamo allora di spendere due parole proprio sulla nazionale azzurra. La vittoria in Polonia, sofferta ma caparbiamente cercata, mostra piccoli miglioramenti quanto a idee di gioco e forze fresche. Il gol nel finale, che scongiura per gli azzurri il rischio retrocessione in Nations League, porta la firma di due ragazzi che proprio in B si sono formati. L’assistman, Kevin Lasagna, ha fatto la gavetta nel Carpi del maestro Castori; il goleador di giornata, il terzino Biraghi, in B si è fatto le ossa nel biennio trascorso in prestito dall’Inter a Castellammare e Cittadella.
La B dunque si conferma più che mai un serbatoio fondamentale per il calcio italiano. Forse, oggi, il principale, vista l’invasione di stranieri a buon mercato che pervade da anni le rose del massimo campionato nazionale. Fra smantellamento degli investimenti per i vivai, speculazioni e giri vorticosi di denaro da e per paesi esteri per motivi a volte oscuri e reconditi, la verità del nostro calcio è che di giovani italiani in serie A ne compaiono ormai col contagocce. Prova ne è l’ampio ricorso agli oriundi per la selezione azzurra, assimilati spesso con ardite operazioni di recupero, che scomodano bisnonni e uffici anagrafe di sperduti paesi della penisola. Una storia che ci riporta agli anni ’30 o ’50.
Il Campionato cadetto ha allora ormai l’onere quasi esclusivo di preparare al calcio che conta i residui prodotti dei vivai italici. E anche quest’anno, nonostante le rose competitive allestite a causa della riduzione del format, molti fra i giovani più interessanti sono proprio in B. Uno su tutti, il piccolo prodigio Tonali, che rinverdisce la tradizione della scuola bresciana, e per il quale il tecnico del Chelsea Maurizio Sarri ha già sollevato l’attenzione del club londinese.
E allora se c’è una cosa, una sola, che ci piace meno del Foggia di Nember è l’età media: 28,4 anni. La più alta di tutta la serie B. Soprattutto, mancano nella rosa prodotti del vivaio rossonero. Eccezion fatta per il 33enne Cristian Agnelli. Ed è tutto dire. Normale esito, purtroppo, dei disastri che hanno caratterizzato gli ultimi lustri del calcio foggiano, in particolare prima della rinascita degli ultimi anni. Un nostro augurio è che la programmazione di nuovi investimenti nelle strutture e nel settore giovanile, che lo stesso ds, nell’intervista a Kick Off della settimana scorsa, ha auspicato e in parte lasciato intendere, possa essere la nuova vera sfida per il club rossonero, alle soglie del suo primo secolo di vita.
Giancarlo Pugliese
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