A Bitonto i numeri non piacciono! Anche se sono solo statistiche…

Dobbiamo essere sinceri. Siamo molto sorpresi. Sorpresi che il nostro piccolo articoletto statistico abbia varcato i confini della Capitanata, approdando fino a Bitonto. Sorpresi, ancor più, che a Bitonto non l’abbiano presa bene, definendo un piccolo pezzo di curiosità statistiche alla stregua di una “(…) teoria cospirazionista che farebbe rabbrividire anche Adam Kadmon”. Insomma, si sono arrabbiati. E la cosa ci ha meravigliato moltissimo.

Ci è giunta notizia, infatti, che la pagina fb “Gazzetta Neroverde” della città del nord barese, abbia commentato con toni alquanto livorosi il nostro articoletto, con un lungo commento dal suggestivo titolo “La paura fa Bitonto”, che inizia con un assunto, se ci è consentito, un po’ pletorico nel suo assiomatismo : “E’ sorprendente quanto il Bitonto possa incutere timore agli avversari, quanto possa far paura alle squadre blasonate che oggi fanno la parte delle vittime al posto di quella dei carnefici.” Vittime? Carnefici? Ma di cosa stiamo parlando?

L’anonimo (sì, perché il commento non è firmato, a differenza del nostro articolo) scrittore di post della seguita pagina fb bitontina continua: “Questa ansia, questo panico di non potercela fare, questi stati momentanei di delirio colpiscono tutti, anche agli addetti al settore, anche i tecnici, i giornalisti”. Non solo : “È altroché folle poter pensare che le avversarie possano “regalare” punti (e questo chi lo ha detto?? ndr) in un campionato pieno di rivalità storiche”.

Ok, lo ammettiamo : forse non siamo sufficientemente edotti su quali e quante epiche contese campanilistiche contrappongano il noto centro oleario del nord barese con le varie Altamura, Gravina, Fasano e paesi altrettanto limitrofi. Ma, cari amici di “Gazzetta Neroverde”, lasciateci esprimerVi quanto segue : noi Vi ringraziamo per aver fatto circolare il nostro articolo anche dalle Vostre parti e per l’insperata notorietà che avete dato alla nostra testata. Ma, permetteteci, arrivati a questo punto ci sentiamo di rivolgere all’anonimo commentatore un caldo invito : potrebbe, cortesemente, rileggere il nostro piccolo articolo?

Il pezzo in questione, provare per credere, altro non è stato infatti che un semplice elenco di dati statistici sull’andamento nel torneo delle due battistrada, partito da una banale curiosità statistica: il Bitonto va meglio contro le pugliesi piuttosto che contro le campane; media punti maggiore (2,36 vs. 1,82) e media gol subiti a partita pari a meno di 1/3 rispetto alle gare con le campane (0,18 vs. 0,62). Il Foggia fa l’esatto opposto: va meglio con le campane, soffre con le pugliesi.

Ammettiamo, il titolo-domanda era un po’ “birichino”. Sicuramente invogliava a leggere. Ma (questo i simpatici amici bitontini non possono saperlo) esso in realtà intendeva fare il verso a una voce che gira da qualche tempo a Foggia e dintorni (una cosa nostra insomma, che dubitavamo potesse superare i confini del puro e semplice chiacchiericcio cittadino), relativa al fatto che contro le altre pugliesi, diciamo dall’Ofanto in giù, i neroverdi avessero vita un po’ più facile. Giocando un po’ sull’argomento, l’articolo ha semplicemente provato a verificare cosa dicessero i numeri a riguardo: insomma, un mero elenco di fredde cifre statistiche, atte solo a illustrare quella che è (o dovrebbe essere) senz’altro una pura, seppur curiosa, combinazione, tra le tante possibili. Una combinazione che abbiamo anche provato a spiegare, scrivendo chiaramente che non crediamo alle “storie d’altri tempi” (rileggete: abbiamo scritto proprio così!). Eh sì, cari amici bitontini: perché voi, essendovi affacciati da non molti anni dall’uscio fuori (appena fuori, eh…) del calcio regionale, forse non lo ricordate. Ma noi, che il calcio lo seguiamo da, ahinoi, molti decenni e a tutti i livelli, ricordiamo bene che quelle delle “voci” sugli aiuti reciproci tra squadre pugliesi (e in particolare baresi e salentine) sono storie vecchie, annose, antichissime. Quella delle polemiche tra Martina e Frosinone, due città che negli ultimi due decenni hanno acquisito una certa tradizione nel mondo del calcio, è certo rimasta nella storia e nella memoria di tanti appassionati. Dichiarazioni incrociate, articoli di giornale, dispetti reciproci: ricordi di un calcio che fu (non per niente sono passati quasi vent’anni) e che ci piaceva ricordare a chi magari ha visto giocare gente come Mitri e Prisciandaro (più volte ammirati anche allo Zaccheria), ma giammai nel senso, inquisitorio, che ci avete attribuito voi. Era solo per dire che, di storie simili, ne sono circolate da sempre. Con una sola costante : lasciano sempre il tempo che trovano.

Non avrebbe a maggior ragione fatto differenza per i 4 numeri messi in fila, derubricabili alla voce “curiosità statistiche” (anche questo voi non lo sapete, ma la nostra testata dedica spesso a numeri e statistiche articoli e report).

Tanto più che, come dicevo, abbiamo provato anche a chiederci non già per qual motivo il Bitonto non vada con le campane altrettanto bene che con le pugliesi (questo magari lo sapete voi, che avete visto le partite dei vostri beniamini), ma per quale ragione invece sia il Foggia ad andare meno bene con le nostre corregionali. E la spiegazione ce la siamo anche data, l’abbiamo scritta e, nel caso abbiate letto un po’ distrattamente, la riscriviamo volentieri: da queste parti lo “scalpo” del Foggia fa particolarmente gola. Nei polverosi campi pugliesi di serie D, battere il Foggia, o non perdere con il Foggia, non è solo una soddisfazione: è un appuntamento con la storia.  Può dar senso a un intero campionato, anche anonimo, anzi, soprattutto anonimo. Provate a chiedere, infatti, a un tifoso del Gravina, o dell’Altamura: “Chi preferite battere, il Foggia o il Bitonto?” Vedete un po’ che vi rispondono. Ergo (e anche questo lo abbiamo scritto): contro il Foggia, in particolar modo le pugliesi centuplicano le forze, danno tutto, spinte da piazze appassionate che ricordano il Grande Foggia dei tempi andati.

Sarà che la Storia ha il suo peso, ma l’ottimo Bitonto di Taurino, nonostante il meritato 1° posto,  nonostante la difesa super, il buon gioco, la fantastica coppia-gol Patierno-Lattanzio (la migliore della categoria), nonostante tutto ciò, non ha, evidentemente, lo stesso appeal. E ci dispiace anche dirlo, perché, per quello che sta mostrando in un girone duro e difficile come il nostro, meriterebbe maggior considerazione e maggiori riconoscimenti, dati anche dall’essere attesi da partite altrettanto “sentite” da parte delle squadre e delle piazze avversarie.

Ecco, come vedete una spiegazione, a quelle cifre, a quelle semplici curiosità statistiche, l’avevamo data. Ci spiace solo averla dovuta riscrivere: pensavamo bastasse la prima volta.

E crediamo basti così. Non vogliamo mica pensare, ad esempio, che “il dente batta dove duol la lingua”. Tanto per dirgliene una, Lei, caro anonimo commentatore della “Gazzetta Neroverde”, ha citato ad esempio un giocatore ed un episodio che noi neppure conoscevamo. Leggendo il vostro commento (cito testuale: “Siam passati dalla polemica sull’orario posticipato del fischio di inizio dei match dei neroverdi, passando per il povero Panebianco – reo di aver lasciato passare volutamente Patierno dietro un proficuo compenso – e finire alle squadre pugliesi che magicamente si scansano quando arriva il Bitonto.”), ci siamo chiesti : ma chi è sto Panebianco? E, avendo verificato che trattasi di un difensore (perlopiù panchinaro) del Fasano, siamo andati allora a rivedere la sintesi di Bitonto-Fasano (perché, ci perdonerete, noi per la verità non avevamo mai guardato gli highlites del Bitonto), di cui le cronache, lette distrattamente, avevano parlato di un Bitonto poderoso e di un Fasano invece in tono minore. In tali immagini (chi ne avrà la curiosità, potrà vederle qui) abbiamo visto effettivamente uno che, in vantaggio sul pallone, si imbroglia un po’, dando via libera all’implacabile Chicco Patierno per il vantaggio bitontino; e poi, già che c’eravamo, abbiamo anche visto lo stesso giocatore (insomma, abbiamo dedotto che è il Panebianco che citavate) falciare senza troppi complimenti il medesimo Patierno in area, ottenendo il rosso per sé stesso e il rigore del 2 a 0 per il Bitonto. Orbene, fateci capire: da ciò che voi scrivete, dobbiamo forse dedurre che qualcuno (ma chi?) ha osato insinuare o anche solo pensare che il “povero Panebianco” (cit.) avesse agito in malafede? Ma davvero qualcuno è arrivato a tanto? Beh, cari amici bitontini: questo qualcuno non siamo certo noi e, ci sentiamo di dire, nessun altro della nostra città (sfidiamo a provare il contrario). E, riguardo a questo tal Panebianco (pur inappuntabile allo Zaccheria: magia di uno stadio dal grande fascino…), consentiteci di dire chiaramente come la pensiamo (in modo da evitare di essere mal interpretati anche stavolta…): la serie D è piena di difensori abbastanza lontani dallo spessore tecnico di un Franco Baresi o di un Ciro Ferrara… e lasciatecelo dire a noi, che abbiamo visto entrambi dal vivo allo Zaccheria.

Quanto alla storia dell’orario delle partite: noi ci limitiamo a registrare le notizie che arrivano dalla serie D, e a porre giusto qualche domanda. I giornalisti questo fanno, o dovrebbero fare. O no? A Gravina intanto le due società si sono accordate (cosa peraltro perfettamente lecita e autorizzata dai regolamenti) per iniziare la propria gara giusto un’ora dopo il fischio d’inizio di Taranto-Foggia. Ora, sarà che magari domenica in realtà (noi per la verità, scusateci, non lo sappiamo)  a Gravina si disputerà un derby sentitissimo tra le due tifoserie. E sarà anche che noi a Foggia siamo forse nostalgicamente legati a un calcio in cui tutte le gare iniziavano SEMPRE allo stesso orario, rendendo “Tutto il calcio minuto per minuto” un appuntamento imperdibile ed in grado di paralizzare il Paese. (Perché, a proposito, voi questo non lo sapete e ci piglierete per vecchi elegiaci, ma sappiate che il primo posticipo serale della storia del calcio italiano, 29 Agosto 1993, fu un Lazio-Foggia, diretta dell’allora Telepiù, finito 0 a 0, con qualche rimpianto di marca rossonera…) Ma, come abbiamo cercato di dire con pacatezza in un altro nostro articolo, in una categoria come la serie D, forse la contemporaneità delle gare, o almeno di quelle che interessano club in lotta per obiettivi analoghi, non sarebbe affatto una cattiva idea, quantomeno in termini di credibilità del torneo. Noi, nel dubbio, la partita di Gravina la seguiremo a maggior ragione con un certo interesse e la giusta attenzione. Ben certi, sia chiaro, della professionalità (ancorchè dilettanti) di Domenico Santoro e soci, che vorranno senz’altro dimostrare il proprio valore anche al cospetto della capolista (magari impegnandosi per modificare un po’ le nostre statistiche!).

Siamo, infine, d’accordo con voi (e mai avremmo detto il contrario): “i neroverdi stanno facendo una stagione straordinaria“ . Verissimo. Peraltro, l’anonimo commentatore conclude poi il suo post con questo stentoreo finale: “Al signor Pugliese dico una cosa: noi verremo a Foggia per vincere il campionato, stanne certo!” . Beh, veramente ne ero certo anche prima e questo inciso suona un po’ lapalissiano : per quale altro cavolo di motivo sennò dovrebbe venire il Bitonto a Foggia? A farsi una passeggiata all’ombra del Cappellone delle Croci?  Siete primi con 5 punti di vantaggio, peraltro (almeno fino ad ora) certamente meritati (come vedete, sottolineiamo anche questo, sebbene secondo voi avrebbero dovuto essere “12 o 13” – cit.e, sempre secondo voi, Bitonto-Foggia sarebbe stata caratterizzata da “un arbitraggio-choc”…. vabè, forse v’è scappata un filino d’enfasi: può succedere a chi non è abituato a volare ad alta quota…).

Ed è per questo che ci ha davvero stupito la reazione un po’ scomposta e spropositata al nostro articolo. Ci immaginavamo a Bitonto un clima di composta euforia e di serena attesa del prosieguo del campionato. Evidentemente, non è proprio così.

Buon campionato a tutti, e vinca il migliore. Senza arrabbiarsi, però.

Giancarlo Pugliese

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