C’ERAVAMO TANTO AMATI…..OGGI ANCOR DI PIU’.
E’ una di quelle storie che esulano dal normale via vai del mondo pallonaro, dove la priorità sono la carriera, il contratto, ed in barba all’attaccamento ad una maglia. Cose quasi dell’altro mondo in un’epoca in cui i calciatori, dai Gigi Riva e sino al nostro caro Gianni Pirazzini, sarebbero considerati degli alieni o quasi. Parliamo di un calciatore che si è da sempre identificato col rossonero e che con questi colori avrebbe desiderato raccogliere dei grandi successi. Non riuscì nell’intento a causa di una mancanza di lungimiranza da parte dell’allora direttore sportivo che ne intravvide le potenzialità, ma che intese però farlo approdare al Foggia solo a titolo di prestito. Rammentiamo tutti il successivo braccio di ferro con la dirigenza dello Spezia, proprietaria del cartellino, che fiutò dopo un’annata prestigiosa, il profumo di un ricco guadagno. Così come rammentiamo tutti i colpi di testa estivi in quel di Lanciano, che pur avendo quegli stessi colori, non rappresentavano per il ragazzo il reale desiderio. Finalmente poi si riappropriò della sua maglia e da lì una splendida cavalcata che a suon di reti ha consolidato un legame ancor più forte. Ma nonostante ciò l’epilogo di quell’ultima avventura non diede i frutti sperati. Terminò con un intero stadio, con undici ragazzotti e soprattutto con il nostro goleador, in un pianto di disperazione. Contro il Pisa di Gattuso, sul terreno di gioco, non volarono via solo bottigliette, ma anche le speranze dopo tanti anni di inferno. Furono tante le amarezze dopo quei 90 minuti di gioco: la consapevolezza che era tutto da rifare, la consapevolezza che molti di quegli eroi ci avrebbero lasciato. E tra questi Pietro Iemmello. Ricordiamo ancora il suo pianto a dirotto poichè anche lui consapevole della grande ferita accorsa al popolo rossonero. Ma la vita andò avanti e ciò che ci fu tolto in una circostanza lo riconquistammo a suon di gol e di record, quasi a volerci liberare dalla prospettiva di giocarci tutto in una finale bis. Sembra dunque passato un secolo, ma oggi ci si incontra di nuovo a voler trasormare quelle lacrime in grida di gioia, a voler riprendere un cammino interrotto in modo a dir poco brusco. Ora, salvo complicazioni che nel calcio son sempre dietro l’angolo, il Foggia è suo. Il Re è tornato e poco importa a noi che riempiamo i gradoni, se giocherà più avanzato, decentrato o meno. Sono questioni che riguarderanno il nuovo condottiero Grassadonia. A noi poco importa se quest’ultimo dovrà far convivere un Re con un Imperatore (Mazzeo), a noi interessa che il nostro mai dimenticato beniamino torni a far crollare le curve ad ogni sua rete. Bentornato Pietro. F.f.
Rino La Forgia