Cronache da Ronzone/ L’arrivo di Bizzarri,il telefono di Nember,i toni pacati di Grassadonia: il primo giorno di lavoro del Foggia

Primo giorno di lavoro dei satanelli agli ordini di Mr. Grassadonia, nella (bella) cornice di Ronzone. E’ una piacevole giornata fresca, soleggiata al mattino ma ombreggiata al pomeriggio (qui il meteo cambia in fretta); insomma, un clima ideale per iniziare il duro lavoro che attende i Nostri.

LO SCENARIO – Siamo nell’Alta Val di Non, là dove i boschi cominciano a prendere il sopravvento sulle distese di “meleti” a perdita d’occhio che caratterizzano la lunga vallata trentina. Uno scenario incantevole e verdissimo, scelto da chi vi scrive come sede della consueta vacanza in montagna con tutta la famiglia. E non fate facili ironie sul perchè di questa scelta! Sì, è vero, c’è il Foggia… ma il posto merita, e tanto anche. Molte le cose da fare e i luoghi da visitare. Quanto basta per riempire una giornata, lasciando giusto quell’oretta pomeridiana pre-doccia e pre-cena (qui si mangia molto presto) per andare a sbirciare come sbuffano i nostri ragazzi.

E così, dopo una scarpinata fino al bellissimo lago Smeraldo, sulla cima di Fondo, e una straordinaria camminata fra gli scorci mozzafiato del canyon del Rio Sasso, eccoci “fare un salto” veloce al vicino campo di Ronzone. Che, diciamolo subito: è proprio un bel campo. Il terreno è un vero tappeto verde, “servito” da strutture di prim’ordine (spogliatoi e palestra, con tanto di cyclette utilizzate anche da qualche dirigente al seguito); tutt’attorno il bosco e i prati; oltre la strada l’Acqualido, sorta di parco acquatico indoor e outdoor, molto frequentato dai turisti in zona.

GLI ALLENAMENTI – Non abbiamo assistito alla seduta mattutina, ma chi c’era ci ha detto che per sommi capi è stata simile a quella pomeridiana che abbiamo invece potuto osservare. Lavoro atletico all’inizio, poi tanto pallone. In questo, la filosofia della preparazione precampionato del nuovo staff tecnico di Grassadonia non si discosta molto da quella dei due suoi predecessore. Abbiamo visto prima un’esercitazione a ranghi misti in una piccola porzione di campo “disegnata” in una delle due metà campo: 6 piccole porte e tocchi solo di prima, fra una selva di gambe. Poi, partitella a campo ridotto 11 contro 11, con l’invito a non giocare oltre i due tocchi. Qui i nostri si sono divertiti: le due squadre, ancorchè miste (e poi mischiate ulteriormente nella seconda parte del mini-match), ci tenevano a non perdere e fare gol in un clima disteso e divertito, nonostante la fatica.

Infine, ripetute in salita sulla stradina dell’Acqualido, un discreto massacro finale prima del rompete le righe.

IL TECNICO – A vederlo dalla tribunetta, non lo distingueresti dai suoi calciatori, per l’aspetto asciutto e giovanile. Lo vediamo interrompere di tanto in tanto i diversi esercizi tattici, spiegando con molta calma e toni chiari ma pacati i dettagli dei movimenti richiesti o le diverse situazioni da leggere. A primo acchito, è sembrata esserci una buona empatia tra lui e i calciatori. Cui si rivolge, pur essendo in fondo ancora un “appena arrivato”, chiamandoli perlopiù col nome di battesimo. L’adrenalina e gli urlacci di De Zerbi, esattamente come il distacco “professionale” un pò freddo che abbiamo osservato in Stroppa all’inizio della sua avventura in quel di Norcia due estati fa, sembrano ora mondi lontani. A ogni mister il suo stile. Quello di Grassadonia, devo dire, mi incuriosisce molto, per il modo sereno ma al tempo stesso sicuro con cui conduce l’allenamento. Induce calma, anche ai suoi ragazzi. Tant’è che ci eravamo tutti scordati del -15 che, al momento, incombe.

LA TATTICA – Piccole valutazioni sul piano tattico: se vogliamo “giocare” a desumere qualche elemento da queste prime battute, possiamo senz’altro dire che non c’è alcuna intenzione di interrompere il solco della ricerca del (bel) gioco e della gestione ragionata della palla. Il lavoro sugli scambi rapidi, evitando sempre di “buttare via il pallone”, sembra una componente importante. Quanto al modulo: nessuna “rivelazione”: nella partitella di cui sopra, si è iniziati da una linea difensiva a 4 (col tridente in avanti) ma, a metà della piccola gara, previo un rapido scambio di pettorine e di giocatori, riecco la difesa a 3. Del resto, il mercato per il Foggia, arrivi di under a parte (ne parleremo a parte), si può dire che non ancora sia avviato (e tutto peraltro lascia supporre che l’appello di giovedì possa esserne uno snodo decisivo per molte operazioni): per questa ragione riteniamo che parlare di moduli sia ora esercizio ozioso, tenuto conto che non sappiamo che squadra sarà delineata dagli arrivi e dalle partenze prossime venture.

BIZZARRI – Confesso che negli ultimi due giorni, fra preparativi della partenza e viaggio con famiglia (sono arrivato ieri anch’io, insieme al Foggia!) non avevo seguito molto i rumors attorno al Foggia. Mi ha perciò stupito trovare Bizzarri davanti a me al campo di Ronzone. Il portiere argentino (gran fisico) ha lavorato a parte col preparatore dei portieri. Ma nella seduta pomeridiana ha dovuto fermarsi a causa di un dolore al piede sinistro, che è parso un pò gonfio. Visitato dal dr. Macchiarola, l’ex udinese ha chiuso anzitempo l’allenamento con qualche smorfia di dolore e il ghiaccio sul piede.

ANNOTAZIONI – Sicurella è l’unico rientro dai prestiti dello scorso anno ad essere presente in ritiro. Ho l’impressione che il buon Peppe abbia stavolta tutte le carte in regola, dopo il buon campionato disputato a Francavilla Fontana (34 presenze e 3 gol), per giocarsi le sue chance nel Foggia 2018-19.

Dei nuovi arrivi, Gori è quello che colpisce un pò di più: ben strutturato fisicamente, longilineo e veloce, e già ben accolto dai compagni che gli parlano molto. In campo si fa notare per scatto, rapidità e controllo palla (anche un paio di gol). Lo riguarderemo con attenzione nelle prossime amichevoli.

Tra i portieri (detto di Bizzarri, al lavoro coi compagni c’erano l’olandese e il giovane Sarri), Noppert è sembrato molto ben integrato: parla anche un pò di più l’italiano, il che non guasta affatto.

C’era anche Nember: a bordo campo, quasi sempre al telefono. L’impressione è quella di un uomo sempre più vulcanico, in procinto di eruttare idee e operazioni di mercato. Aspettiamo il giorno dell’appello… ci sarà tanto da vedere, dopo.

Da Ronzone, per oggi, è tutto. Ci risentiamo non appena riesco a fare un’altra…”capatina”.

Giancarlo Pugliese