Cronache da Ronzone/ L’arrivo di Jaiteh, i 18 gol nella sgambata e il -8 in diretta
Ancora una bella giornata di sole, che, contraddicendo qualche fosca previsione della vigilia, illumina la prima sgambata stagionale del Foggia 2018-19. Una gara svoltasi in una particolare atmosfera di attesa: mentre i nostri affrontavano i dilettanti dell’Alta Anaunia, formazione di 1^Categoria locale (Anaunia = Val di Non), all’interesse e alla curiosità per i primi vagiti di gioco della gestione Grassadonia si sovrapponeva l’apprensione per le notizie provenienti da Roma, date appena prima della partita come “imminenti”. Ma andiamo con ordine.
LA CORNICE – Un discreto pubblico: circa 80 spettatori, suddivisi a metà tra i tifosi foggiani, provenienti dalle più vicine località turistiche trentine, e amici e parenti dei giocatori locali; e le prime maglie e vessilli rossoneri (presente il “Foggia Club Bari” – scritta parecchio suggestiva, specie in questo momento – col suo “due aste” in bella mostra) che accolgono i rossoneri scesi in campo con la nuova maglia di allenamento rossa (con motivo nero alle spalle, facilmente scambiabile per una fascia scaldamuscoli). Diversi carabinieri presenti e una sgradita sorpresa: il bar del piccolo campo non serve le birre! Problemi di “autorizzazione del bar”, ci dice il gestore, disgiunti dalla partita. Sarà. Si vede che quelli dell’Alta Anaunia le birre di fine partita (hanno un pò gozzovigliato…) se le erano portate da casa…
LA PARTITA – Partiamo dal risultato: come avete potuto leggere in diretta sulle nostre “colonne” (grazie al nostro Pierfranco Buonavoglia, che ha dovuto sorbirsi i miei audio-messaggi di aggiornamento su whatsapp), è finita 18 a 1 (formazione e tabellino QUI) , con un discreto tiro al bersaglio dei nostri. Spiccano le quaterne di Mazzeo (primo tempo) e del giovane bomber Gori (nella ripresa), oltre alla tripletta di Nicastro e la doppietta di Agnelli (di Deli, Tonucci, Floriano, Rubin e dell’altro giovane Cavallini le altre segnature).
LE INDICAZIONI – Sgambata interessante. Naturalmente non per la consistenza degli avversari, ma per osservare le idee di gioco “provate” sul campo in una gara quasi vera, ancorchè arbitrata da Grassadonia… Ebbene, pur con le gambe inevitabilmente imballate dalla fase iniziale della preparazione, qualche indicazione l’abbiamo avuta. Anzitutto, sulla filosofia di gioco. Che, pur partendo dalla volontà che sembra inalterata di mantenere il pallino e di costruire, sembra mettere in soffitta un’altra grossa fetta di “tiki-taka”: non più la manovra di aggiramento attraverso la complessa (seppur più rapida, nella gestione Stroppa) trama di passaggi, per poi cercare l’imbucata giusta anche grazie ai decisivi movimenti di Mazzeo; quello di Grassadonia è infatti un possesso 3.0: a partire dalla riconquista della palla, si punta a velocizzare e ottimizzare al massimo i tempi di gioco con scambi rapidi in mezzo al campo e ricerca continua e tenacemente perseguita della verticalizzazione o della ripartenza veloce. Avete presente la Francia bicampione del mondo di Deschamps? Ecco. I movimenti delle punte (Mazzeo, ma anche Nicastro) sono decisivi; spesso offrono la sponda rapida di prima, aprendo agli inserimenti delle mezzale, pronti a ricevere l’immediato lancio in verticale per “bucare” in controtempo la retroguardia avversaria; l’alternativa è l’apertura sulle due fasce, sempre su rapidi lanci in genere dal fronte opposto, a servire le sgroppate dei due esterni, finalizzate perlopiù al cross in mezzo, rapido e teso (e i piedi di Zambelli e Kragl in tal senso sono una garanzia). Insomma, quando il Foggia recupera palla vedi sempre qualcuno che scatta. Concetti che mi ricordano molto la Paganese di Grassadonia (più che la Pro Vercelli dello scorso anno, che aveva forse giocatori con caratteristiche meno specifiche per questo tipo di gioco). In particolare, quella Paganese che fece a fettine il tiki-taka dezerbiano, con le ripartenze immediate e letali, a innescare le sgroppate di Ciccio Deli, spauracchio di quel Foggia ambizioso eppure scopertosi fragile proprio al cospetto di quella squadra azzurrostellata.
Ma stop alle divagazioni, e passiamo alle altre indicazioni di giornata: anzitutto quella sul modulo, che è stato sempre il 3-5-2, anche dopo la girandola di cambi della ripresa. La formazione del primo tempo non presentava alcun volto nuovo; l’assenza in organico del play è resa evidente dall’utilizzo nel ruolo del solo Ramè, e poi di Agnelli nel secondo tempo. Dei pochissimi nuovi presenti, a parte il “figliol prodigo” Sicurella (solito moto perpetuo), Ranieri (di cui si nota il buon fisico) è stato utilizzato come centrale a sinistra; Gori (che conferma l’impressione di una buona tecnica individuale, unita a interessanti caratteristiche fisiche) come seconda punta al fianco di Mazzeo e prima al fianco di Cavallini. Floriano, come da noi anticipato, è stato impiegato nella ripresa come mezzala a sinistra: posizione interessante, dalla quale ha sfoderato assist e giocate in quantità. Vedremo se questa idea di Grassadonia potrà disegnare un nuovo ruolo per questo ragazzo dalla tecnica indiscutibile, ma purtroppo sostanzialmente tagliato fuori dal modulo a due punte.
Il Foggia ha preso anche un gol, nell’unica azione della squadra locale in area rossonera: triangolazione pregevole su cui Zambelli è fuori causa, ma dobbiamo confessare che, sul debole tiro sul primo palo del tal Callovini, Noppert ne fa una grossa, lasciandosela passare lemme lemme fra le gambe. Cose che capitano (e vogliamo essere certi che non rivedremo nulla di simile in campionato).
LA NOVITA’ – Ci attendevamo Addae. Ma, mentre Gianluca Di Marzio annunciava sul suo sito l’arrivo in prestito del giovane centrocampista Carraro dall’Atalanta (che aveva però investito ben 5 milioni per prenderlo dall’Inter), abbiamo intravisto un altro volto nuovo a bordocampo, durante l’amichevole. Si tratta di Bakary Jaiteh, altro giovane centrocampista di nazionalità gambiana. Fisico imponente, classe 1999, proveniente dalla Roma, Jaiteh ha una storia particolarissima alle spalle (e molto significativa, soprattutto di questi tempi): il ragazzo infatti, in fuga dal proprio paese a causa della grave situazione di disordini politici, è arrivato in Italia su un barcone rischiando la vita. Salvato da un provvidenziale intervento di soccorso della Marina italiana, fu accolto in una casa famiglia a Roma con lo status di rifugiato politico e fu notato da un osservatore laziale durante una partitella al parco con gli amici. Da lì, il periodo di prova negli allievi della Lazio, con la Roma che però brucia i concittadini contrattualizzando il ragazzo nel gennaio scorso. Arriverebbe in prestito temporaneo dal club giallorosso. Si attende l’annuncio ufficiale.
LE NOTIZIE DA ROMA – Arriva nell’intervallo l’attesa notizia della sentenza d’appello federale. Squillano i whatsapp dei foggiani presenti, immediatamente la tribunetta si anima e anche sul prato verde si nota un certo trambusto. Lino Zingarelli, arrivato in giornata a Ronzone e comprensibilmente indaffaratissimo, nonostante il momento particolare non deroga dalla propria disponibilità coi tifosi e ci da la conferma col gesto delle mani: è -8! Sorrisi e sospiri di sollievo fra i supporters rossoneri: “Ce la possiamo fare. Anzi: ce la faremo”! La notizia sposta inevitabilmente l’interesse dalla partita. Si apprende anche delle sostanziose riduzioni di squalifica per i fratelli Sannella, altra buona notizia. A fine gara, Capitan Agnelli (come già Kragl e qualche altro all’intervallo), Grassadonia e Nember non si sottraggono ai saluti e alle foto “di rito” coi tifosi. Pacche sulle spalle. Nember (chiacchierata a fine gara col tecnico) sorride, ma a denti stretti. Forse poteva andare un pò meglio? Attendiamo le prossime mosse del club rossonero.
Da Ronzone è tutto. A domani.
Giancarlo Pugliese
(Foto dell’autore)