Dio del calcio, uomo del Sud. Ciao Diego!
Sorpresi. Attoniti. Interdetti.
Un pezzo della nostra vita di appassionati di calcio e amanti delle enormi emozioni che questo sport sa dare ci ha lasciato così, all’improvviso. Un’epoca che finisce. Quella di un calcio ancora romantico, non cannibalizzato dagli sponsor e vivisezionato dalle tv. Non tarocchizzato dal betting online e robottizzato dalla tecnologia applicata a tutti i suoi contesti, dalle tecniche di allenamento alla disputa delle partite, sottoposte al vaglio e al controllo di sensori, cabine di regia e VAR.
Abbiano accolto increduli la notizia. Perché Diego Armando Maradona, con tutte le debolezze dell’uomo, o forse anche per quelle, è stato un dio di questo sport. Un dio non immune da pecche. Ma un dio popolare, dalla grande umanità, non diverso e non distante dal popolo che lo ha amato. E che è stato il più grande calciatore del Sud. L’unico che il Sud lo ha fatto vincere. E l’unico grande sportivo che il Sud lo ha difeso e rivendicato, dicendo cose che nessuno aveva mai detto prima e che ancora oggi nessun altro ha più avuto il coraggio di dire.
Vogliamo ricordarlo con 4 sue frasi sul Sud. Che il mondo del calcio ha preferito ignorare e fingere di aver dimenticato.
1. Ci ricevettero con uno striscione che mi aiutò a capire di colpo che la battaglia del Napoli non era solo calcistica: “Benvenuti in Italia” diceva. Era il Nord contro il Sud, i razzisti contro i poveri.
2. C’era la sensazione che il Sud non potesse vincere contro il Nord. Andammo a giocare contro la Juve a Torino e gliene facemmo sei: sai che significa che una squadra del Sud gliene mette sei all’avvocato Agnelli?.
3. Chiedono ai Napoletani di essere Italiani per una sera dopo che per 364 giorni all’anno li chiamano terroni.
4. Non è Napoli sporca, come loro dicono. È l’Italia che sporca Napoli e il Sud.
Ciao Diego. Uno di noi.