Foggia, si cambia? Contro il Francavilla possibili prove di un nuovo modulo
Un nuovo modulo, per lasciarsi alle spalle la crisi. L’inizio terribile per il Foggia di Boscaglia (due sconfitte su due e -5 in differenza reti) sembra aver accelerato le riflessioni interne a tecnico e staff sulle contromisure da attuare in questa difficile fase del torneo. Boscaglia lo ha detto ieri: “Sapevamo che sarebbe stato necessario un po’ di tempo ma in questa fase l’importante è non restare troppo indietro. Non ci aspettavamo questi risultati ma dobbiamo reagire”. Insomma, ci vuole tempo, ma tempo non ce n’è. E così l’allenatore siciliano potrebbe attuare sin da ora una sorta di piano-B, in attesa di tempi migliori. Un’ipotesi leggibile fra le righe della conferenza stampa di ieri: “facciamo molte valutazioni durante la settimana, sul piano fisico, tattico e anche mentale. Decidiamo in base a quelle. Anche domani potrà essere che vediate scelte particolari“.
IL PIANO B – E l’idea principale che sembra si stia facendo strada è quella di un modulo diverso rispetto al 4-2-3-1 poco concreto e molto sfilacciato visto nelle prime due partite di campionato. La Virtus Francavilla, che attenderà i satanelli stasera allo Zaccheria (inizio ore 21), è probabilmente uno degli avversari peggiori che si potessero affrontare in un momento così particolare: squadra fisica e soprattutto molto rodata (rosa quasi identica a quella dello scorso anno), gioca ormai da molti anni con un 3-5-2 molto compatto, per i brindisini un vero “marchio di fabbrica” che è cambiato pochissimo nel passaggio tra Taurino e il ritorno del guru Calabro. Il Foggia non può permettersi altri passi falsi ed ecco in cantiere il cambiamento: momentaneamente accantonata la coppia in mediana, i rossoneri potrebbero scendere in campo con un centrocampista in più e un trequartista in meno. Due le alternative possibili, che proviamo a delineare: il modulo “ad albero di Natale” (4-3-2-1), con Odjer e Di Noia a fare da “scudieri” attorno al play Petermann e Schenetti e Peralta a giostrare dietro Ogunseye, che per le caratteristiche fisiche (e quelle della difesa ospite) potrebbe essere inizialmente preferito a Vuthaj. Ma ci sarebbe anche una seconda soluzione: l’alternativa lascia intatto il centrocampo a tre, che offrirebbe più garanzie in copertura stante la difficoltà di “saldatura” tra i reparti vista nelle precedenti gare, ma vede in partenza la coppia Ogunseye-Vuthaj in avanti con Schenetti alle spalle, in un 4-3-1-2 che andrebbe a delineare una sorta di “rombo” dietro le due punte, con Petermann vertice basso: un po’ quello che si è intravisto nella fase finale della gara di Picerno, e che ha almeno prodotto quel paio di palle gol dell’ex Modena, sventate dai due ottimi interventi del portiere picernino. Due varianti, dunque, ma con una costante: un pacchetto mediano più nutrito per affrontare l’urto contro un avversario fisico e ostico, provando a trovare la compattezza in campo, specie in termini di misure tra i reparti, che è sinora mancata. Se sarà così, lo capiremo stasera.
La Redazione
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