Il Foggia batte cinque! Curcio illumina e stende un’orgogliosa Vibonese

Cinque gol e un primo tempo archiviato con un perentorio 4 a 0 che sembrava aver chiuso ogni gioco. Ma i rossoneri si rilassano e vanno incredibilmente in bambola nella ripresa, subendo addirittura il ritorno dei calabresi. E’ questo il paradosso di una partita che ha evidenziato pregi e difetti della banda di Zeman, al cospetto di una Vibonese con mille limiti ma anche tanto orgoglio e voglia di lottare, fino al punto di riaprire quasi la gara pur sotto di 4 reti. Il palo clamoroso (a Volpe battutissimo) colpito da Grillo sul 4 a 2 fa infatti tremare i satanelli sbigottendo uno Zaccheria che aveva accompagnato fra gli applausi il rientro negli spogliatoi dei propri beniamini all’intervallo. E’ lo “sliding doors” di una ripresa pazzescamente sofferta, condita da un altro paio di grosse occasioni per i calabresi e almeno tre contropiedi sprecati invece dai rossoneri quando le squadre sono ormai lunghissime. Il rigore nel finale di Curcio spegne la giostra e consegna ai posteri la vittoria che proietta il Foggia al settimo posto, che sarebbe poi il quarto senza il malaugurato -4 .

L’inizio della prima frazione, per la verità, non lascia immaginare una gara tanto semplice per i rossoneri. La Vibonese, scesa in campo con un sorprendente 4-3-1-2 caratterizzato dal “falso diez” Cattaneo (di fatto in marcatura su Petermann), sembra compatta nel non possesso e rapida nelle ripartenze, trovando in 2 o 3 occasioni il fianco sinistro avversario scoperto. Ma, dopo una palla gol non capitalizzata da Ferrante, è Petermann al 22′ a trovare, dopo una pregevole discesa, il perfetto taglio di Tuzzo che fulmina in diagonale Marson e sigla il suo primo gol tra i professionisti. Il vantaggio scombussola i piani di D’Agostino e consente al Foggia di trovare nuovi spazi per le giocate: 7 minuti dopo il triangolo tra Nicoletti e Curcio è da manuale, con l’assist perfetto che manda il terzino a rete fra gli applausi dello Zaccheria. Non è finita. Il Dieci romano sale prepotentemente in cattedra tirando fuori una perla dietro l’altra: prima fa le prove generali con un diagonale fuori misura; poi (38′) controlla un pallone aereo e lo pennella in area dalla sinistra trovando la magistrale deviazione in rete di Ferrante (quarto gol di testa per il bomber argentino); quindi (44′) ecco il tiro a giro vincente che lustra gli occhi dello Zaccheria seppellendo sotto il quarto gol il povero Marson.

Ma, come detto, neppure il quadruplo vantaggio può far stare tranquilli se questa squadra stacca anche solo dieci minuti. D’Agostino cambia le carte, sostituendo l’intera catena di destra (Polidori e Basso) più lo spento attaccante Sorrentino con il poderoso centravanti di colore Ngom e i rapidi esterni d’attacco Grillo e Senesi. Il Foggia perde le misure e si distrae quasi subito (47′) su una banale rimessa laterale, concedendo il cross per il gol di Bellini. Il campanello d’allarme suona invano mentre i calabresi gettano in campo tutto ciò che hanno: non sarà moltissimo ma un’altra dormita generale (con Volpe che esce a vuoto) porta al fallo di mani di Garofalo (che poco prima aveva sprecato un’ottima occasione in area) e al rigore che Golfo (58′) realizza dimezzando lo svantaggio iniziale. A questo punto è bagarre: la Vibonese comincia a crederci mentre il Foggia non esce dall’affanno sprecando qualche contropiede quando l’avversario inevitabilmente si allunga. Il palo clamoroso di Grilli (73′) che vanifica un gol praticamente fatto (su un’ennesima distrazione collettiva dell’intera terza linea dauna) scuote i rossoneri e fa disperare D’Agostino. Zeman in panchina ha ben poco (Martino, che ha accusato febbre in nottata, è rimasto a casa) e opera un solo cambio (Maselli per lo stanchissimo Petermann). E così deve pensarci ancora una volta Curcio: prima intercetta il goffo suggerimento di Vergara servendo Gallo, poi sull’assist di rimando di quest’ultimo la rimette al centro trovando il braccio intenzionale del centrale colombiano: il rigore, sia pur col solito brivido (Marson intuisce), firma l’epilogo della gara e premia il romano, mattatore di giornata con 2 gol e 2 assist e acclamatissimo in particolare dai tifosi della gradinata. Sarà lui, da bravo Capitano, a guidare i suoi sotto le curve a raccogliere applausi e cori di incoraggiamento. Lo spettacolo è ormai tornato allo Zaccheria.

Giancarlo Pugliese

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Foto ph. Potito Chiummarulo

 

IL TABELLINO

FOGGIA (4-3-3): Volpe; Garattoni, Sciacca, Girasole, Nicoletti; Garofalo, Petermann (32’st Maselli), Gallo; Tuzzo, Ferrante, Curcio. A disposizione: Dalmasso, Rizzo Pinna, Merkaj, Vigolo, Di Jenno, Ballarini. Allenatore: Zeman

VIBONESE (4-3-1-2): Marson; Polidori (1’st Senesi), Risaliti, Vergara, Marhous; Basso (1’st Ngom), Gelonese (42’st Tumbarello), Bellini; Cattaneo; Sorrentino (1’st Grillo), Golfo. A disposizione: Mengoni, Alvaro, La Ragione, Ciotti, Mauceri, Cicagna, Fomov. Allenatore: D’Agostino

Arbitro: Perenzoni di Rovereto

Assistenti: Minutti di Miniago – Caso di Nocera Inferiore

Quarto ufficiale: Calzavara di Varese

Marcatori: 22’pt Tuzzo (F), 28’pt Nicoletti (F), 39’pt Ferrante (F), 44’pt Curcio (F), 2’st Bellini (V), 13’st rig. Golfo (V), 36’st rig. Curcio (F)

Ammoniti: Gelonese (V), Risaliti (V), Petermann (F), Senesi (V), Vergara (V), Bellini (V)