Il Foggia stavolta perde la lotteria dei rigori: ad Alessandria la spunta la Juve Next Gen di fronte a un pubblico rossonero meraviglioso
Si arresta ad un passo dal traguardo il cammino del Foggia verso la finale di Coppa Italia e (soprattutto?) il sogno playoff nazionali, a lungo coltivato e perseguito durante tutto il corso della stagione, fino a rappresentarne (di fatto) l’obiettivo principale. Un sogno desiderato, accarezzato e accompagnato da un popolo rossonero veramente esaltante, commovente nel suo affetto per i propri ragazzi, e che avrebbe meritato miglior fortuna dopo aver riempito tutti gli angoli aperti del vecchio Moccagatta, inebriandolo di tifo, calore e amore per i propri colori di fronte a tutta Italia nella diretta televisiva di RaiSport. I rigori, stavolta (dopo i primi due turni del torneo contro Picerno e Juve Stabia, superati proprio grazie ai tiri dal dischetto) dicono di no ai satanelli che arrivano forse stanchi, stremati nell’extra time di una sfida infinita e accanita contro una Juventus Next Gen che si conferma ricca di talento e di valori e caricata a mille anche dalla presenza quasi al gran completo della dirigenza della “Casa Madre”. Fatale l’errore di Di Noia: in finale approdano i bianconeri. Troveranno la Lanerossi Vicenza, che, contro la Virtus Entella, ha calato il poker nei supplementari.
LA SFIDA – Brambilla conferma per i suoi il 3-5-2 con Sekulov e Pecorino a comporre il tandem offensivo: Barbieri e Turicchia sulle corsie esterne, mentre tra i pali Crespi ha stavolta la meglio nel ballottaggio con Raina. Fabio Gallo risponde con Frigerio preferito a Di Noia e Peralta affianco all’insostituibile Ogunseye, mentre Thiam è confermato tra i pali.
Il colpo d’occhio del Moccagatta è bellissimo: oltre mille e cinquecento i cuori rossoneri arrivati da tutto il centro nord (oltre alle tre centinaia circa partite da Foggia). Uno spettacolo che toglie il fiato ed è qualcosa di più di un semplice “contorno” alla sfida: i rossoneri giocano in casa spinti da un entusiasmo travolgente.
PRIMO TEMPO – I ritmi sono subito alti. Entrambe le squadre si avventano con veemenza su ogni pallone. Ne fa le spese subito Huijsen con il giallo per la brutta entrata su Frigerio. Il Foggia decide di non attendere e pressa altissimo, cercando il possesso e le giocate rapide sull’immancabile superiorità sulle fasce. L’atteggiamento è subito remunerativo: Garattoni (6′) arriva al cross, Crespi smanaccia, Ogunseye può tirare ma trova Riccio sulla linea, Costa arriva prima di tutti e trova lo spiraglio giusto per portare in vantaggio i suoi. Il gol scatena l’entusiasmo del popolo foggiano, che si fa incontenibile. Ma, oltre ai decibel del tifo, si alzano anche i toni agonistici. Ammonito anche Petermann (e sarà un giallo pesantissimo), Frigerio è invece graziato da Monaldi. Il Foggia non rinuncia a offendere: Peralta, lanciato in verticale, calcia oltre la traversa. La Juve non ci sta e trova presto la chiave giusta attraverso il palleggio per uscire dal pressing alto avversario. I bianconeri chiudono in crescendo: al 36′ doppio tentativo da destra (Thiam devia) e da sinistra, con Besaggio che sfiora l’incrocio col tiro a giro. Sei minuti dopo però arriva il pari juventino con Huijsen, più rapido di tutti a correggere in rete il primo corner a favore dei suoi. Il Foggia arretra, non pressa più e la Juve conclude la frazione con il veloce contropiede sprecato da Sekulov.
LA RIPRESA – L’inerzia non cambia dopo l’intervallo. Foggia ancora in difficoltà: Thiam già al 1′ deve salvare su una goffa carambola tra Leo e Di Pasquale. Pecorino, salito in cattedra da metà primo tempo, fa valere ancora la propria fisicità liberandosi bene in area ma sbucciando clamorosamente la conclusione (4′). La doccia fredda arriva tre minuti dopo: è ancora il 2005 Huijsen a trovare la via del gol con una travolgente iniziativa personale che fende la metà campo rossonera (con il già ammonito Petermann costretto ad evitare il fallo) e si conclude con un incredibile tiro che si spegne un millimetro sotto l’incrocio dei pali, imprendibile per Thiam: un autentico eurogol che cancella definitivamente il ricordo dell’errore dell’andata sul gol di Ogunseye. A questo punto è perfetta parità nel doppio confronto e la gara cambia ancora volto: ora il Foggia deve necessariamente smettere di soffrire la pressione avversaria e rialzare il baricentro. Allo scopo, Gallo toglie un Peralta andato progressivamente spegnendosi (come spesso gli accade) inserendo Iacoponi alla ricerca della profondità perduta. Leo affolla la lista degli ammoniti, Frigerio si sfianca in copertura, non adeguatamente supportato da Schenetti, che (66′) perde l’attimo e non riesce a centrare la porta dalla media distanza. Gallo corregge ancora: fuori lui e un Petermann stanco e frenato dal giallo (69′), dentro Bjarkason e Di Noia, con Frigerio costretto ad occupare l’inusuale casella del play dalla assenza (visto anche il reiterato – ed enigmatico – inutilizzo di Odjer) di una riserva di ruolo in panchina. Affiora un po’ di stanchezza e la partita comincia a spezzettarsi in piccole schermaglie a ritmi più blandi. Ogunseye, a 5′ dal 90′, anticipa di testa la (tardiva) uscita di Crespi ma Poli salva in spaccata sulla linea. Brambilla quindi fa i primi due cambi della gara, sostituendo la coppia d’attacco: dentro Compagnon e Da Graca. Gallo risponde con Rutjens per il dolorante Rizzo. A ridestare tutti, all’89’, è l’inarrestabile discesa di Iacoponi che fracassa il fianco destro della difesa juventina mettendo in area per Bjarkason che però non riesce a coordinarsi per realizzare. Sul successivo corner il neoentrato Rutjens colpisce di testa alto sopra la traversa. I tempi regolamentari si chiudono qui, con qualche crampo di troppo (Costa) a preoccupare Gallo.
SUPPLEMENTARI – Portieri subito chiamati all’opera nei primi 5′: Thiam deve deviare in angolo la punizione di Compagnon, Crespi blocca a terra il tentativo dal limite di Di Pasquale sugli sviluppi di un corner. Più pericolosa la palla di Iacoponi praticamente in area piccola (7′), salvata goffamente dalla difesa bianconera dopo una bella discesa dell’infaticabile Garattoni e il successivo velo di Ogunseye. E’ quest’ultimo a chiudere la mini-frazione col tentativo di girata, finito a lato.
Il Foggia è stanco: Garattoni (111′) sulla ripartenza di Da Graca rischia quasi l’autogol deviando sull’esterno rete; sul corner Barrenechea fa correre i brividi ai rossoneri non centrando lo specchio di un niente. Quindi Thiam (114′) deve salvare su un sempre velenoso Iocolano; sull’altro fronte Frigerio tira come può un pallone sporco, spedendolo a lato. I titoli di coda all’extratime arrivano sulla punizione di Compagnon, terminata malamente a lato.
Si va ai rigori: una lotteria in cui i giovani della Juve, incuranti del muro rossonero di fronte, estraggono con incredibile freddezza solo biglietti vincenti. Non così per Di Noia, che si vede parare da Crespi il 4′ penalty per i suoi, tirato basso e poco angolato. L’epilogo lo firma Iocolano che paralizza Thiam e regala la finale ai suoi.
La sensazione? Quella di un Foggia arrivato stanco, stremato e senza ricambi. Frigerio riadattato a play, dopo l’uscita di Petermann (con il mistero Odjer in panchina) e i soli 4 cambi (su 6 complessivi possibili) utilizzati, dimostrano i limiti di una rosa con gli uomini contati e non messa forse nelle condizioni migliori per giocarsi l’atto probabilmente più importante della stagione. Ma i ragazzi di Gallo, a nostro avviso, hanno dato tutto, meritando il sostegno e l’amore del loro popolo. Per ogni altra valutazione, su tutti gli altri aspetti, ci sarà tempo e modo. Da domani comincia un altro campionato.
Giancarlo Pugliese
[Per la “foto di copertina” si ringrazia E.B.]
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TABELLINO / JUVENTUS NG-FOGGIA 2-1 e 5 a 3 ai calci di rigore
RETI: 6′ Costa (F), 42′ e 52′ Huijsen (J).
RIGORI: Huijsen (gol), Costa (gol); Palumbo (gol), Bjarkason (gol); Compagnon (gol), Ogunseye (gol); Savona (gol), Di Noia (parato); Iocolano (gol).
JUVENTUS NG (3-5-2): Crespi; Riccio, Poli, Huijsen; Barbieri (18’t.s. Savona), Besaggio (1’t.s. Sersanti), Barrenechea (26’t.s. Palumbo), Iocolano, Turicchia; Sekulov (88′ Compagnon), Pecorino (88′ Da Graca). A disposizione: Raina, Daffara, Savona, Stramaccioni, Nzouango, Da Graca, Compagnon, Cudrig, Mulazzi, Bonetti, Lipari, Ntenda, Palumbo, Cerri, Sersanti. Allenatore: Massimo Brambilla
FOGGIA (3-5-2): Thiam; Leo, Di Pasquale, Rizzo (89′ Rutjens); Garattoni, Frigerio, Petermann (69′ Bjarkason), Schenetti (69′ Di Noia), Costa; Peralta (58′ Iacoponi), Ogunseye. A disposizione: Raccichini, Nobile, Kontek, Markic, Rutjens, Di Noia, Bjarkason, Odjer, Iacoponi, Battimelli, Capogna. Allenatore: Fabio Gallo
ARBITRO: Marco Monaldi di Macerata (Cravotta-Giuggioli. IV: Calzavara)
AMMONITI: Petermann, Thiam, Leo, Garattoni (F); Huijsen, Da Graca (J)