La farina del diavolo finisce sempre in crusca
“A pensare male si fa peccato ma spesso ci s’indovina!” è uno degli aforismi più noti di Giulio Andreotti. Così non è difficile pensare che dietro al sospetto e concentrato susseguirsi di avversità per il Foggia ci sia stata una regia occulta. Sgombriamo peró subito il campo da qualsiasi dubbio: non siamo complottisti. La vita è piena di coincidenze sospette, ma casuali. Non a caso si dice che le disgrazie non vengono mai sole. Di certo le difficoltà del Foggia hanno stuzzicato gli appetiti di chi ci vuole male, dentro e fuori dal campo. Il nostro indebolimento susseguente ai problemi giudiziari di Fedele Sannella era atteso ed auspicato dalle squadre invischiate come noi nella lotta per non retrocedere, per non dire di tanti “cugini” in terra pugliese (ogni riferimento al Bari è puramente voluto) che hanno riso sotto i baffi a leggere ed ascoltare la montagna di fango gettata addosso alla squadra prima ed alla città poi, difesa sì dal Sindaco Landella, ma non con il cipiglio e l’autorità che si sperava. Ad Avellino così, complice una fin troppo zelante prefettura foggiana, già si fregavano le mani convinti di farsi una allegra scampagnata nello Zaccheria vuoto, già terra di conquista di orde barbariche, con i tre punti di ricordo da portarsi in Irpinia come souvenir. Si è ben guardata infatti la società biancoverde dal collaborare con il sodalizio di viale Ofanto per alleviare la tensione, scongiurando una chiusura dello stadio che avrebbe poi fatto del male a tutti. Allo stesso tempo non ci sembra che le autorità avellinesi si siano minimamente preoccupate di valutare se ci fosse una pur minima possibilità di far arrivare allo Zaccheria i tifosi campani. Non ci meraviglieremmo nemmeno della speranza in una nostra esemplare sconfitta anche sul campo da parte di chi ha imposto quelle porte chiuse, diciamo così “a futura memoria”, perchè la punizione risultasse più significativa ed efficace. Peccato che nessuno avesse fatto i conti con i ragazzi di Stroppa che nelle difficoltà evidentemente ci sguazzano. In mezzo a tutte le note “disgrazie”, oltre alla sorte avversa, allo svantaggio immeritato patito da Assencio ed al rigore sbagliato, hanno tirato fuori un’altra prestazione maiuscola, tutta cuore e orgoglio, regalandoci una vittoria di platino alla faccia di chi ci vuole male.
È proprio vero, la farina del diavolo finisce sempre in crusca.
La Redazione