La nostra opinione/FOGGIA CITTA’ CHIUSA

E alla fine è arrivata anche la sentenza del Prefetto. Foggia-Avellino si disputerà a porte chiuse. Un provvedimento che lascia sgomenta e avvilita la parte sana non solo della tifoseria ma dell’intera cittadinanza foggiana.

Nel comunicato della Prefettura di Foggia si legge testualmente:

“(….) considerato che il C.A.S.M.S. ha evidenziato le recenti gravi intemperanze poste in essere dalla tifoseria foggiana in occasione dell’incontro Foggia-Pescara del 20 gennaio 2018  e conseguentemente confermando che l’incontro Foggia-Avellino è connotato da alto indice di rischio di incidenti per il rapporto conflittuale tra le due tifoserie da sempre improntato alla reciproca forte rivalità, ulteriormente elevato dalla suesposta grave condotta della tifoseria foggiana per le suddette ragioni ordina, per la gara Foggia-Avellino, l’adozione della seguente prescrizione: disputa della gara in assenza di spettatori “.

Un provvedimento perentorio, che dunque, confermando le non rosee previsioni, giunge a fronte di una chiusura ermetica e impermeabile a ogni sollecitazione civica.

Subito dopo le considerazioni espresse dal C.A.S.M.S. e rese pubbliche la scorsa settimana, infatti, erano state numerose le iniziative messe in opera da molti cittadini e tifosi: come ad esempio la suffragatissima petizione indetta da alcuni tifosi su change.org per richiedere di riconsiderare la ventilata decisione di serrare le porte dello Zaccheria; o come le tante missive e ”lettere aperte” rivolte al Prefetto: come quella del consigliere comunale dr. Sciagura, ad esempio, che aveva rimarcato, tra le altre cose, la civiltà e il colore mostrato dalle migliaia di tifosi rossoneri, fra cui intere famiglie, in trasferta durante il girone d’andata; il “doppiopesismo” a proposito di altri episodi di analoga gravità (come i fatti di Napoli-Verona dello scorso 6 gennaio); l’assurdità della “soluzione di chiudere lo Zaccheria alla tifoseria tutta per la prossima gara casalinga” che “rappresenterebbe sicuramente una resa dello Stato a un gruppetto di qualche decina di facinorosi per il loro assurdo comportamento di sabato 20 gennaio, avvenuto peraltro  lontano dallo stadio, quando tutti i veri tifosi  erano dentro lo stadio a seguire la partita. La capitolazione del concetto di giustizia, una punizione data a degli innocenti perché non si riesce a colpire i responsabili.

O la lettera degli avvocati Giuseppe Potenza ed Elviro Benvenuto, del Centro Studi Konsumer Italia e Codici Centro per i diritti del cittadino onlus, che avevano a loro volta rimarcato la liceità del dubbio sull’eventuale decisione considerando che “se la responsabilità oggettiva per una società di calcio, pur se aberrante, sia a volte necessaria, per gli abbonati ed i veri tifosi del Foggia calcio, invece, la responsabilità dovrebbe essere sempre accertata personalmente, come quella penale. Altrimenti, ogni sanzione afflittiva per la società di calcio diventa afflittiva per un’intera collettività incolpevole di cittadini. Pertanto, non far entrare allo stadio coloro che hanno pagato il biglietto e che hanno un abbonamento, molto umilmente non crediamo possa essere un provvedimento giusto.

Per quanto ci riguarda, fatta salva la ferma e perentoria condanna di ogni episodio di violenza e dei relativi autori, a qualsiasi latitudine vengano tali episodi commessi, che resta il punto fermo di ogni nostra analisi, ci sembrano legittimi i dubbi e le perplessità sollevate nelle missive citate, di cui chiediamo conto a chi di dovere: anzitutto sulla natura del provvedimento che, leggendo tra le righe della nota della Prefettura, più che preventiva appare punitiva, nei confronti di tutta la cittadinanza foggiana.  Andando peraltro a punire la parte sana, enormemente maggioritaria, della tifoseria e della città;  facendo così pagare alle persone per bene le colpe di pochi violenti; infine dando (quel che è peggio) all’esterno una discutibile e poco digeribile percezione di un’intera città “de facto” ostaggio di questi ultimi. E poi su un corollario insito nell’analisi di questa decisione: ovvero che esistano seri problemi nella gestione dell’ordine pubblico da parte degli organi competenti in merito agli eventi sportivi che avvengono nella nostra città. Dubbi che sarebbe opportuno fugare.

Infine, posto anche che le “attenzioni” rivolte alla tifoserie foggiane siano purtroppo “meritate” a causa di qualche evento recente, che non intendiamo in nessun modo nasconderci (il petardo di Bari, i sassi ai tifosi frusinati, gli episodi avvenuti presso la stazione ferroviaria prima di Foggia-Pescara) , ci resta un altro dubbio: se, a maggior ragione alla luce del sedicente e delirante comunicato di insulti e minacce diramato sui social a firma di tal gruppo “Rangers Curva Nord”, col corollario di episodi successivi (lo striscione in risposta appeso ai cancelli dello stadio Adriatico da parte di persone riconducibili alle curve rossonere),  fosse stato davvero il caso di consentire agli ospiti (peraltro, a quanto pare, con corredo a bordo anche di “artifici pirotecnici”,come da sentenza sui DASPO emessa a 5 abruzzesi) di raggiungere la città in treno, in occasione di una gara storicamente da considerarsi “a rischio”. Facendoli scendere non presso le stazioni di Rignano Scalo o Borgo Incoronata,  ma nella centralissima Piazza Vittorio Veneto.

Forse qualcosa ci sfugge.

E sarà il caso anche di osservare e commentare quelle che saranno le decisioni che, in altre parti d’Italia, saranno assunte in merito ad altri gravi episodi di violenza, vandalismo e inciviltà: come quelli verificatisi, per restare al solo mese di Gennaio, in occasione di Napoli-Verona (6 Gennaio scorso); o del derby veneto Vicenza-Padova di sabato 27; o della gara di coppa Atalanta-Juventus di martedì scorso…  questo non per fare la gara “a chi è peggio”, ma per renderci conto nel dettaglio di quali siano i parametri di riferimento delle misure adottate per contrastare questi episodi di violenza assolutamente esecrabili.

Sullo sfondo, poi, resta la sfida con l’Avellino: avversario che ci è parso evidentemente munito e sostenuto da una stampa compatta e con le idee molto chiare, che è parsa cavalcare con decisione, fin dalle prime avvisaglie delle osservazioni del CASMS, lo scenario di una gara a porte chiuse. Forse nella discutibile convinzione che questo rappresenti un vantaggio per la squadra ospite.

Come se uno stadio chiuso, non rappresenti invece una sconfitta per tutti. Locali e non. Tifosi e non.

I “ragazzi” de ilFoggia.com:

Giancarlo Pugliese, Pierfranco Bonavoglia, Francesco Bacchieri, Tiziana Cuttano, Antonio Forina, Luciano Gallucci, Elle Emme, Fabio Moccia