L’opinione di Rino La Forgia: “Ci risiamo!”

Erano già pronte delle riflessioni sul derby di Puglia, ma gli accadimenti successivi alla gara hanno reso la parte giocata una cosa del tutto marginale.
Ci risiamo, sembra un film già visto, soprattutto per chi come il sottoscritto segue da tanto il Foggia. Non ci bastano gli accanimenti dall’esterno che stanno caratterizzando il cammino di questo torneo (penalizzazione non ridotta come ci si aspettava, nuovi ingressi in società poco verosimili, etc, e sino ai giorni nostri con i Marinelli, con punizioni fuori luogo in occasione della gara interna col Benevento, con la non riduzione della squalifica di Gerbo o con il divieto per Lecce).
Ora invece tocca a noi farci del male, ed è uno “sport” che a volte ci vede protagonisti, una sorta di masochismo che ha come unico scopo quello di auto flagellarsi. Nello specifico però al sottoscritto sorgono tanti dubbi, tanti interrogativi a cui non riesco a dare una risposta se non motivandole con delle ipotesi che sfiorano la fantasia.
E mi riferisco a ciò che è successo nella notte di sabato, un qualcosa da condannare senza se e senza ma, che ci fa vergognare ed additare da tutti gli organi di informazione. Ne sanno qualcosa soprattutto chi vive fuori Foggia che sente denigrare le proprie origini e non importa se con toni scherzosi o meno. Gravi, gravissimi gli episodi avvenuti e l’auspicio è che gli inquirenti facciano piena luce sulla faccenda. Faccio il tifo per loro, soprattutto perchè, come dicevo, le motivazioni di certi gesti mi lasciano piuttosto perplesso, poichè ritengo troppo semplicistico collegarli al calcio giocato. Il tutto nasce da una sconfitta a Lecce? Una sconfitta che sulla carta ci poteva stare, non solo in considerazione del valore delle due squadre, ma anche per ciò che avveniva in casa Foggia, tra diverse assenze in campo e con un clima piuttosto teso a causa della questione stipendi. Colpire Iemmello per la prestazione? Ancor meno credibile, non essendo stato uno dei peggiori in campo, tutt’altro (a proposito, un ideale abbraccio al Re). Aggiungo poi che a Foggia non si è mai inteso arrivare a certi estremi, ma al massimo è volato qualche ceffone. Condannabile anche questo, per carità, ma nulla più. E comunque chi non sente il peso della maglia lo vede pure chi è appassionato di ippica. Che dunque la verità emerga al più presto, principalmente nel rispetto di chi ama questa squadra.
Altra questione è quella relativa al mister. Restai deluso dall’accantonamento di Grassadonia all’epoca, poichè a mio avviso rappresentava il fallimento di un progetto. A maggior ragione lo dico con la fiducia negata a Padalino (anche a lui va il mio saluto). Tra l’altro vorrei rammentare che nelle ultime 7 partite quest’ultimo ha raccolto 1 vittoria, 5 pareggi ed una sconfitta contra la squadra, a mio avviso, più brillante del torneo. Per la prima volta con lui siamo usciti fuori addirittura dalla zona play out, così come abbiamo di molto limitato le reti subite. Certo, già mi fischiano le orecchie al grido di “involuzione del gioco”, del “mai un tiro in porta”, e certamente son tutte considerazioni condivisibili se non fosse che dobbiamo salvarci e strappare punti qua e là. Ma mi chiedo: il Lecce quante volte ha tirato in porta? E se al posto di Mazzeo ci fosse stato il classico attaccante di razza, quell’assist di Iemmello a tu per tu col portiere, fosse entrato in rete, anzichè essere intercettato dal difensore avversario, di cosa parleremmo? Ed anche qui, sulla vicenda allenatori, subentrano tanti dubbi. Che si voglia riportare in auge chi neppure si degnò, solo per citare un esempio, di fare una semplice telefonata per sapere circa la condizione fisica di un certo Rizzo? Chi vivrà, vedrà.
Spiace, spiace maledettamente vedere poi sull’altro versante, sul tifo cioè, quello che di più bello ci sia in questo mondo pallonaro (che confesso, sta un pò stancando), la passione della gente. Spiace per il bambino che spacca il salvadanaio per contribuire alla salvezza del Foggia, per il papà che piange davanti al proprio figliolo per la sconfitta del Foggia. Ecco, il calcio ha bisogno di tutto ciò, mentre nel frattempo non resta che auspicare che si calmino le acque, che Grassadonia dia il suo contributo, che soprattutto il 18 non si chiuda il “libro” rossonero. F.f.

Rino La Forgia

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