L’opinione di Rino La Forgia: “Il Foggia che vorrei”
Sarà difficile smaltire nel tempo il senso di delusione e rabbia. Soprattutto quest’ultimo sentimento fa si che non si risparmi nessuno anche tra gli stessi tifosi, una sorta di tutti contro tutti. Cosa che ovviamente si accentua quando non sei a prendere un caffè con l’interlocutore, ma sei nella piazza virtuale dei social, dove devi fare i conti con chi la vede in modo diverso dal tuo.
Personalmente credo ci vorrà molto a sbollire il tutto perchè ci saranno ulteriori situazioni dove decanteremo tutti i santi del calendario: quando seguiremo i nostri eroi in campo così affranti dopo essersi recati nei vari monasteri ad espiare le loro colpe (Ibiza, Maldive, Indonesia, etc), e che dovranno cimentarsi nell’affrontare un nuovo contratto. Schiumeremo rabbia quando riprenderanno i tornei e dovremo scoprire (spero proprio di no), che Barcellona pozzo di gotto non si trova in Spagna. Ma se vogliamo supereremo pure questo, del resto solo quest’anno non ci siamo fatti mancare nulla riguardo a cose negative. In sostanza siamo temprati. Nella realtà ed a parte gli scherzi dobbiamo necessariamente metabolizzare il tutto ed al più presto. Comprendere poi che esiste una scala di “valori” relativamente a coloro che hanno portato all’amaro epilogo del Foggia Calcio, che esiste cioè una testa ed una coda. Esitono dei capi che hanno indirizzato VOLUTAMENTE la nostra creatura verso il baratro, esiste un “braccio” a supporto di queste intenzioni, così come esistono coloro che nel rettangolo di gioco ci hanno messo letteralmente i piedi. Dei primi intendo parlare poco poichè la colpa è stata anche nostra se li abbiamo esaltati, se abbiamo solidarizzato nei loro momenti bui, se abbiamo acconsentito a tutte le loro richieste, e dunque mi viene più spontaneo fare il mea culpa. Cosa mi auguro per loro? Dipendesse da me li legherei ad una sedia costringendoli a vedere in tv la passione dei tifosi sugli spalti in tutte le giornate di campionato, e terminato il video, riproporlo all’infinito. Credo che anche l’ultimo degli esseri umani abbia una coscienza e vedere cosa si è fatto, cosa si è tradito……., altro che tortura cinese. I danni procurati da queste persone sono davvero incalcolabili e non solo calcisticamente parlando. Si dice che al fondo non c’è mai fine, ma credo ci si dovrà impegnare parecchio prima di ritrovarci una proprietà, un ds ed un allenatore pari a quelli appena avuti. Relativamente a coloro che scendono in campo, hanno delle colpe gravi anche loro e nonostante alcune attenuanti: una formazione messa lì attraverso i saldi di fine stagione o attraverso la convenienza di qualcuno, stipendi pagati nella misura in cui abbiamo saputo. Ma certamente colpevoli. Sai cos’è caro Ranieri (mi rivolgo a te perchè ci hai messo l’anima in campo), oltre quello che abbiamo visto in campo, ci avete tradito anche fuori dal rettangolo di gioco. Anche voi avete taciuto volutamente, celando la verità ai tifosi che erano ignari di tutto e che ora avranno pure modo di riguardare con la lente d’ingrandimento certi incontri tipo Livorno, Venezia, Verona e così via. Non ci avete fatto un favore col silenzio. E sì che vi siete addirittura creati pure l’occasione della conferenza stampa in cui avete solo parlato di impegno, di metterci la faccia. Quale occasione migliore? Parlando avreste avuto intanto la solidarietà dei tifosi ed avremmo ulteriormente aumentato i decibel sugli spalti, così da fare un corpo unico. Guardate ciò che è successo a Trapani e prendetene spunto, altro che attaccamento alla maglia. E noi soprattutto avremmo avuto tempo utile per stanare chi ci voleva affossare, non dandogli tempo di portare a compimento un disegno prestabilito. Dunque il vostro è stato un “sacrificio” oltre che inutile, deleterio, se non addirittura complice di ciò che si stava profilando. Denunciando i fatti probabilmente il petardo sarebbe scoppiato subito e non al fotofinish, quando cioè vuoi proporre una medicina ad un malato ormai in fin di vita.
D’attualità ci sono poi le invettive verso Agnelli e non sono certo io che devo difenderlo, considerando tra l’altro un campionato tutt’altro che esaltante il suo (ma andatelo a chiedere a chi ha costruito un centrocampo coi fiocchi con lui e Carraro). Invettive credo esagerate, poichè troppo spesso scordiamo ciò che ha dato al Foggia e soprattutto perchè nella sua riflessione sui social sapeva tranquillamente che sarebbe andato incontro all’ira dei supporter. Masochismo? Non credo. Semplicemente ha voluto essere vicino ai suoi colori, nonostante, e ribadisco, abbia contribuito a ciò che è successo, soprattutto non battendo i pugni sul tavolo, in quanto capitano, in quanto foggiano, in quanto oratore pricipe della famosa conferenza stampa. Ma altri protagonisti, oltre a solidarizzare con lui, cosa hanno detto, come hanno giustificato una stagione fallimentare? Troppo comodo prendersela solo con Agnelli quando c’è chi ha procurato rigori assurdi, chi ha sbagliato l’impossibile, chi si lisciava i capelli in campo, chi al sol pensiero che FORSE c’erano problemi con gli stipendi non ha denunciato (come detto sopra), ma ha preferito chiamare in causa l’Aic per tutelare SOLO i propri interessi. Chi volutamente anzichè giocare cercava l’espulsione (Lecce su tutte). Così come chi avrebbe dovuto parlare diede appuntamento a fine stagione (quando non serve)…..ed ancora non lo fa. Sì, Agnelli ha pure le sue colpe, ma crociffigerlo mi sembra semplificare il tutto.
Striscioni: una moda scoppiata all’improvviso che francamente non comprendo, ORA…. Come far scoppiare delle bombette quando ormai la stalla è vuota. A mio avviso utile solo a far contare sino a 1000 eventuali acquirenti.
Il Foggia che vogliamo? Sarà per il mio inguaribile ottimismo ma dobbiamo prendere quel poco di positivo che si può tirar fuori da una situazione drammatica. Abbiamo il vantaggio di sapere che ciclicamente il Foggia va a sbattere contro un tir che ti costringe a ripartire da zero come il vecchio gioco dell’oca e dunque l’urgenza è quella di vigilare su quello che avviene nella stanza dei bottoni, anche se il futuro “padrone” non ne sarà entusiasta. Certo il nostro compito sarà pure quello di non spaventare chi ha interesse, ma il passato deve pure insegnarci qualcosa e chi prende in mano le redini dovrà pur comprenderlo, poichè è necessario non trovarsi da un giorno all’altro delle novità spiacevoli. Basta faccendieri, basta incompetenti. Si riparte lindi e puliti….e così occorre rimanere. Via chi ha contribuito allo sfacelo, soprattutto chi oltre a contribuire alla grande a questo stato di fatto, già in tempi non sospetti ha lasciato intendere l’idea di acquisire il giocattolo rossonero. Ma non è che fosse programmato pure tutto questo? Non è che ci ritroveremo una sorta di Santa Trinità, per la serie faccio presidente, direttore sportivo e allenatore? Dio ce ne scampi. Personalmente anche se ci sono scadenze a breve circa iscrizioni, sono addirittura entrato nell’ordine di idee che se la nuova proprietà vorrà seguire le orme di quella precedente, possiamo pure stare un pò senza calcio. Non dobbiamo chiedere un proprietario, uno qualsiasi, non è così partire col piede giusto. Nel frattempo buona l’idea di Landella nel chiedere consulenza a Pavone. Almeno l’inizio sembra promettente. F.F.
Rino La Forgia
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