L’opinione di Rino La Forgia: “Ora tutti a lavoro”

Con l’assegnazione del titolo sportivo da parte del sindaco si spera che questo continuo “toccare il fondo” sia terminato. C’è da dire che da quando seguo il calcio un’annata così non la ricordavo, e sì che di fallimenti, di delusioni ne abbiamo avute a bizzeffe. Un’annata così sciagurata che in particolare da Maggio e sino a ieri mi facevano chiedere spesso dove fossero le telecamere di scherzi a parte. La retrocessione sul campo, i Lotito, i Balata, i Gravina, i Sannella, il Tar e per finire le cordate farlocche. Di questo ciclone salvo pochissimo, a partire dall’avv. De Michele, personaggio spesso preso sottogamba, deriso e quant’altro, ma che di fatto è stata una delle poche voci che si è ribellata ad un certo tipo di sistema che ci ha visti, questo sì, derisi, colpevolizzati, denigrati e quant’altro. Onore a lui nonostante i risultati tutt’altro che soddisfacenti.
Dicevamo delle cordate e di tutta la diffidenza da parte dei tifosi, sommata alla rabbia e delusione per il recente passato. Diffidenza in parte condivisibile perchè come scrissi recentemente è facile farsi due conti. Basti solo pensare alle entrate che porterebbe il centenario, per la serie spendo 2 e incasso 5. Così come il passato di alcuni nomi non portavano a rasserenarci e spesso io stesso mi son chiesto se non fosse il caso di fermare per un pò il calcio a Foggia. Ma se vogliamo anche ingiusto nei confronti di coloro che non c’entrano nulla col recente passato (a parte l’ex ds, mia opinione), che semplicemente volevano approcciarsi ai colori rossoneri. Non volendo però, nonostante la “cattiveria” del palazzo di portare l’iscrizione da 300 a 500 mila euro, si è creata una naturale scrematura. Che poi tanto naturale non lo era in quanto se una differenza di 200 mila euro ti fa fare retromarcia, possiamo trarre conclusioni, tra l’altro con un mercato da iniziare e partendo da zero. Altro che vagonate di milioni sbandierati. Alla fine son rimaste due cordate….e mezza (chissà se prima o poi Follieri riuscirà a prendere una squadra) e dopo attente valutazioni di Landella e del suo valido team (non poteva scegliere di meglio), ecco il nome di Felleca.
Un personaggio che qui a Foggia ha tutto da dimostrare e che, buon per lui, ne ha la piena consapevolezza (gli autori dello striscione allo stadio avranno voluto intendere che saranno vigili, ma spero guardino anche con fiducia). Ovviamente è prematuro poter giudicare e naturalmente ci attacchiamo alle sensazioni. Per quanto mi riguarda già Cagliari mi regala piacevoli sensazioni (l’amicizia con quella tifoseria, il mito Riva e quant’altro). Sensazioni più che positive, nonostante si è intuito che non abbiamo a che fare con il cosiddetto magnate. Ma importa relativamente poichè le fortune in campo calcistico derivano da tanti fattori: soldi, capacità, serietà, etc. Il personaggio piace per la sua umiltà, per il suo approccio con la tifoseria, per la sua, se vogliamo, candida ingenuità (non ha mai detto di tifare per noi nel tentativo di “arruffianarsi” il popolo rossonero). Non siamo nati ieri e comprendiamo bene che rilevare una squadra ha spesso come obiettivo consolidare le proprie fortune. Ci sta, purchè vadano in parallelo con le nostre. Piuttosto a lui chiediamo di tranquillizzarci sul passato di qualcuno del suo entourage, in quanto la cosa fa storcere il naso a gente già troppe volte traumatizzata. Viceversa su Pelusi e i “sentito dire” di un possibile intervento dei Lo Campo, non possiamo che rallegrarci. Personaggi a cui Foggia sportiva è molto legata, a cui i grazie sarebbe dovuti essere ben oltre quelli già ricevuti. Dunque, nonostante e comprensibilmente i “motori” del tifoso sono in garage tramortiti dal salto dalla B alla D, a Felleca consegnamo la storia del Foggia. Che ne faccia buon uso. F.F.

Rino La Forgia

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