M’arrecòrde/ Da Fioravante Baldi a Del Core: la prima volta dell’Hellas a Foggia
18 marzo 1934: Foggia – Verona 1 – 2
Non può che far piacere rinnovare allo Zaccheria, dopo quasi dieci anni, la sfida al Verona, che, dall’alto del suo storico scudetto del 1985, nobilita il torneo di Serie B. La caratura ed il blasone dell’avversario, infatti, richiamano alla mente i tanti incroci nella Serie A degli anni ’70, e pure un indimenticabile 5 a 0 (tripletta di Baiano, doppietta di Rambaudi) nella massima serie del 1991-92, rifilato dagli scatenati satanelli di Zeman ad un ormai ingrigito Nils Liedholm che, chiamato al capezzale dell’Hellas, non riuscirà a scongiurarne la retrocessione.
I precedenti più recenti, invece, si sono disputati nei piani meno nobili della Serie C/1 (Prima Divisione), dove il Verona, in gravi difficoltà economiche, era precipitato. Ultima vittoria quella del 21 ottobre 2007, con in panchina un Campilongo già sulla graticola: 2 a 0, con reti di Cardinale e Del Core, ad un modesto Hellas, che si salverà, per il rotto della cuffia (e non solo …), ai danni del Manfredonia.
Il primo Foggia – Verona coincide con l’ultima giornata del Campionato di Serie B 1933-34 (il primo della storia rossonera), e, purtroppo, con una sconfitta per 1 a 2. Si tratta sì di una battuta d’arresto ininfluente per la classifica, che vede il Foggia in salvo da tempo (e che a un certo punto aveva addirittura fatto cullare il sogno di inserirsi nella lotta promozione); ma che rovina uno strepitoso ruolino di marcia interno, scandito da otto vittorie (prestigiose quelle nel derby con il Bari e contro il Modena, straripanti quelle sul Grion Pola, 6 a 2, e sulla Spal, 5 a 1), tre pareggi e, appunto, fino alla partita con il Verona, nessuna sconfitta. Un Foggia un po’ deconcentrato, che fallisce pure un rigore, cede il passo agli scaligeri, in quella stagione nettamente distanziati in classifica.
Ed ecco la cronaca della partita, ricavata dagli articoli della Gazzetta del Mezzogiorno e del Nuovo Giornale:
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(La Gazzetta del Mezzogiorno)
Il campo di via Ascoli, che sembrava dovesse restare quasi deserto, si è discretamente affollato nelle tribune, le gradinate, il prato.
(Il Nuovo Giornale)
La incerta forma del Foggia, reduce dalla clamorosa sconfitta di Modena, lasciava buone speranze agli ospiti che hanno dimostrato se non di essere superiori ai foggiani per lo meno di equivalerli. La verità, e bisogna dirlo, è che i rosso-neri hanno giocato senza volontà, senza tecnica, senza passione. Quasi hanno voluto perdere. Anche il pubblico, che è il critico più severo ed imparziale, ha sottolineato la prevalenza veronese con ripetuti applausi. Sudati, in ottima forma, si distingue: è veloce, astuto, pronto, logico. Anche Benedetti emerge con Pavanello e Baldi, Marchetti invece è torpido, rilassato, non tira, non approfitta delle buone occasioni. Gli azzurri sono in netto vantaggio e si liberano sempre facilmente. Al 29’ il Foggia ha usufruito di un calcio di rigore che Pavanello però sbagliava. Ad un minuto dalla fine Pavanello ha la palla e si trova in condizione favorevole per tentare un assalto nell’area di Ferrarese. Nella foga, mentre conduce bene, manda malissimo, vicino al palo.
Foggia: Baldi, Lavè, Del Re; Labate, Bedogni, Mussi; Sudati, Baldi III, Benedetti, Marchetti, Pavanello.
Verona: Ferrarese, Vignolin, Busin; Procura, Bernardi, Faggiotto; Bianchi, Ragusi, Pisani, Pamonzini, Landi.
Arbitro: Pizziolo di Firenze.
Le reti: nel primo tempo al 40’ Landi; nel secondo tempo al 7’ Pavanello su rigore, al 18’ Ragusi.
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Per l’ultima volta veste la maglia rossonera Fioravante Baldi. Appena ventunenne, affermatosi in Capitanata, con la sua classe indiscussa, come interno di manovra, capace come pochi di scegliere il tempo dell’inserimento (e infatti verrà spesso utilizzato come vero e proprio centravanti), nell’estate del 1934 approda alla corte del Torino, di cui diverrà un punto di forza, collezionando ben 215 presenze e 45 reti. Nel 1942-43, sarà fra i protagonisti dell’accoppiata scudetto – Coppa Italia che segna l’alba della leggenda del Grande Torino.
Walter Guarini
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