SPEZIA-FOGGIA, DIPENDE DAL PUNTO DI VISTA

Ammetto che parlare dell’ultimo incontro del Foggia mi risulta impresa ardua, poiché trovano spazio due correnti di valutazioni piuttosto in contrasto tra di loro.
La prima dice che il Foggia nella tana di una delle formazioni più brillanti è riuscita con le unghie e con un giocatore in meno a strappare un punto. Che addirittura poteva pure prendersi i 3 punti, testimoniato oltretutto da due legni. Si potrà poi dar valore alla prestazione rossonera imprecando per le assenze che hanno in qualche misura condizionato l’elenco dei calciatori da mandare in campo. Si potrà giustificare la prestazione in ombra di Iemmello, in cerca di minutaggio per riappropriarsi di una condizione fisica accettabile. Ci si potrà appellare al lungo stop che di sicuro ha condizionato l’intera truppa. Ci si potrebbe insomma rallegrare per il punto preso in trasferta, ma soprattutto perchè per la prima volta la porta resta inviolata. Insomma, questo ed altro.
Tutto ciò però ammetto che non stempera affatto la delusione dopo la partita contro i liguri, ed è qui che prende quota il rovescio della medaglia. Inizio col dire che al di là degli schemi in campo personalmente mi batto per l’approccio ad ogni gara, e contro lo Spezia è stato tutt’altro che positivo. Avversari che partivano in contropiede come saette e negli uno contro uno abbiamo mostrato tutte le nostre difficoltà, oltre ad un inspiegabile nervosismo. Alzi la mano chi dopo 15 minuti pensava che avremmo concluso la gara in 11. Falli piuttosto maldestri ed a volte parecchio ingenui: come si fa a fare due interventi pressoché identici e tutti e due solari sulla linea di centrocampo (Agnelli)? Al di là comunque dell’uomo in meno abbiamo subito una formazione tutt’altro che irresistibile, rispetto a quello che si pensava alla vigilia, e che se solo avesse avuto un cecchino degno di tal nome, probabilmente avremmo “recuperato” un’altra sconfitta, tant’è che di fronte ci siamo ritrovati un Galabinov acciaccato da subito ed un Bidaoui bravissimo nell’uno contro uno (ma perchè proprio Gerbo a marcarlo?), ma di tre categorie inferiori in quanto a stoccate verso la porta foggiana. Nel complesso il Foggia non ha soddisfatto a livello di gioco, mostrando le solite lacune, soprattutto da centrocampo in su. Ovvio che si parlerà di palo e traversa, ma possibile che si debba continuare a ragionare solo in termini di azioni isolate, senza poter ammirare una formazione che agisce in modo armonico? Non spicca la considerazione che si sta andando avanti per episodi? 11 reti da fuori area contro i 19 totali e con la consapevolezza che solo con l’arretramento (per non dire l’assenza) di un Kragl si abbassano di molto le possibilità di realizzazione, non dicono nulla? La delusione o rammarico è che le azioni che hanno portato a colpire i due legni, dovrebbero piuttosto essere la normalità considerando i valori nella rosa (ma si è notato il gesto tecnico, tipico dell’attaccante di razza, di Mazzeo in occasione, l’unica, della sua traversa?). Sì, la delusione persiste quando poi continui a vedere un Galano sfruttato male sino ad ora e poi relegato in panchina. Ma non è stato un oggetto dei desideri per tanto tempo? Ma ci fermiamo qui perchè neppure si vuol buttare la croce addosso. Concludiamo solo dicendo che è il caso si smetta di pensare che chissà con gli 8 punti dove saremmo, o puntiamo ai play, poichè anche le squadre che zoppicavano sino ad ora, si stanno pian piano riprendendo, del resto basta guardare la classifica. Non dico ad esempio la battaglia che ci sarà contro il Venezia. Dunque due pensieri quasi in contraddizione, lo ammetto, ma dico anche che la “versione negativa” delle mie considerazioni non auspica una panchina traballante, e per diversi motivi. Al di là di un modo di fare, diciamo integralista, Grassadonia forse solo da adesso in poi può contare su una condizione fisica accettabile dei suoi, motivo per cui: 1.Esonerare nell’imminenza un allenatore dopo una lunga pausa è ora un controsenso; 2.Lo scorso anno di questi tempi aveva i giorni contati pure Stroppa e dal rocambolesco match contro il Venezia (guarda il caso), non solo tenne stretta la panchina, ma addirittura abbiamo potuto recriminare sulla direzione arbitrale di un Perugia-Foggia, che ci negò di fatto l’accesso ai play off; 3. L’esonero di un tecnico la ritengo da sempre una cosa demenziale, poichè si semplifica su un progetto che non sta navigando sulla rotta giusta, appellandosi magari ad un tecnico che potrebbe dare una sterzata (boh) nel bel mezzo di un torneo. Tradotto, per quelle che sono tante situazioni (evidenti e/o meno), bocciare il tecnico, a mio avviso, significa bocciare anche tutto ciò che c’è a monte. Esagerato parlare anche del Ds?
Dunque da tifosi auspichiamo cambiamenti in campo: meno integralismi del mister, giocatori nel proprio ruolo effettivo, una formazione forte e non solo sulla carta. E’ chiedere tanto?

Rino La Forgia

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