Stroppa, il perchè di un sì
Sono giorni, ore di fibrillazione a causa di un silenzio che dura ormai da tempo e che nella testa dei tifosi rossoneri ha già fatto scattare il campanellino d’allarme. Silenzio, se vogliamo, in gran parte giustificato dal fatto che chi dovrebbe parlare magari è interessato a concentrarsi su questioni altrettanto urgenti, vedi deferimenti e quant’altro.
Ovviamente a noi non resta che attendere e sfogliare la margherita riguardo il futuro del Foggia, riguardo il….chi resta e chi fa le valigie.
Ed in cima a quest’ultimo interrogativo spicca il nome di Giovanni Stroppa. A tutt’oggi, bisogna guardare la dura realtà, c’è ancora gente che non è convinta dell’operato di quest’ultimo e vien da chiedersi: cosa avrebbe dovuto fare per entrare nelle simpatie dell’intero popolo rossonero? Sui social e oltre, se ne son lette di ogni: come chi ha sostenuto che ha vissuto di rendita da subito grazie al lavoro svolto da chi l’ha preceduto (non è bastato che lo stesso Stroppa lo evidenziasse per ingraziarsi le simpatie) o chi lo ha poi incolpato per lo staff tecnico (da lui voluto), causa i troppi infortuni. Staff poi salito alla ribalta lo scorso anno quando nel girone di ritorno il Foggia intraprese la cavalcata che sappiamo, sino al raggiungimento della B.
Nonostante l’obiettivo raggiunto dopo un ventennio di attese e dopo la sbornia dovuta ai festeggiamenti, alcuni di noi proprio non sono riusciti a godersi appieno i risultati ottenuti, così che all’inizio del torneo appena concluso, pur giocando discretamente (a partire dalla sciagurata trasferta a Pescara), man mano si è tornati a puntare l’indice sul mister, reo di aver ormai esaurito la spinta propulsiva del “ferrarista”, senza neppure farsi sfiorare l’idea che, oltre ad una rosa qualitativamente non eccelsa, c’era da fare i conti con gente che probabilmente aveva la testa al proprio ingaggio e dunque verso altri lidi. Il fondo lo si è toccato verso Dicembre scorso, quando oltre ad una classifica anemica, man mano si sono sempre più manifestate, specie nei tesserati più in vista, le classiche “sirene” di calciomercato.
E non è tutto, poichè a tutto ciò si sono aggiunti i timori, da parte dei tifosi, ma soprattutto da una buona parte di giocatori, per la faccenda relativa ai deferimenti che hanno in qualche misura distratto chi invece avrebbe dovuto pensare solo al rettangolo di gioco.
In tutta questa situazione caotica è emersa la figura di Nember, perfetto sconosciuto a gran parte della massa rossonera, ma che ha dimostrato di sapere il fatto suo, calandosi giorno per giorno in una realtà probabilmente a lui sconosciuta….e che perdura a tutt’oggi. La maestria di Luca Nember è apparsa evidente già da subito durante il “mercato di riparazione”, nel quale il popolo rossonero richiedeva innesti all’altezza. Neppure il tempo di lamentarsi, che il ds aveva già chiuso la bocca a tutti, anzi, ci fosse stato più tempo e tranquillità, le operazioni di mercato sarebbero continuate. Da lì in poi, nonostante la battuta d’arresto in casa col Pescara, si capiva che c’era un’aria nuova ed i risultati li conosciamo.
Naturalmente i soliti detrattori, svanito l’effetto dezerbiano, non potevano certo dare meriti a Giovanni Stroppa. Naturalmente era solo merito di Nember.
Ora, riguardo il mister, ribadisco che bisogna chiarirsi e chiedersi cosa si voleva per la propria squadra. Certo ognuno avrà il proprio modo di vedere la squadra in campo (è l’aspetto negativo della grossa attenzione del pubblico verso il proprio team), ognuno di noi potrà lamentarsi dei cambi, di come Stroppa legge la partita o di chi, come me, vorrebbe sempre un Floriano in campo o un Kragl sulla corsia di destra in modo da accentrarsi e lanciare i siluri col piede preferito. Ma parliamoci chiaro, sarà il forte amore per questa squadra, ma l’impressione è che avremmo da dirne pure se avessimo un marziano in panchina. Non ti dico poi se nel corso della stagione il mister fosse stato esonerato per far posto ai nomi di cui si parlava (basta vedere cosa hanno fatto sulle rispettive panchine acquisite nel frattempo). Ne diremo tante a Stroppa, ma sta di fatto che i risultati parlano a suo favore e chi dice il contrario non credo parli in buona fede.
Certo a Stroppa, in una piazza come Foggia, non può bastare l’essere educato e/o perbene… dovrà imparare ad andare sotto le curve, ad essere meno spigoloso, meno riservato. Spiacerebbe però se ad apprezzarlo come merita fossero le diverse “piazze” che già da tempo lo stanno corteggiando. Che sia un “Sì” al suo Foggia. F.f.
Rino La Forgia