Il tifo rossonero fa scuola: anche gli Ascolani emulano

“Arrivati loro, in serie B nulla è più come prima”

Chi lo dice? un tifoso, in uno dei tanti post sull’argomento pubblicati sui forum del mondo del tifo. E chi sono loro? Siamo noi. I “foggiani”.

Il commento rende il concetto in termini molto efficaci. Nel panorama del tifo del secondo campionato nazionale italiano, siamo ormai a un prima e a un dopo. Ovvero, prima dell’arrivo del Foggia, e dopo, con la travolgente onda d’urto determinata dal ritorno nel piano cadetto della tifoseria foggiana. Un’onda d’urto che, 19 anni dopo l’ultima apparizione in B, nessuno si aspettava in dimensioni così impressionanti. Forse perchè il calcio nazionale aveva dimenticato i numeri della piazza foggiana ad alti livelli, in anni in cui il mondo del tifo aveva invece subito, per motivi ben noti a chi si intende di queste tematiche e su cui riteniamo sia superfluo indugiare in questo articolo, una profonda, per così dire, contrazione del fenomeno.

Invece a Foggia il tempo sembra essersi cristallizzato, in questi 19 anni. Riportando le ideali lancette della storia a quasi trent’anni fa. Quando il Foggia di Casillo anche allora riemerse dalle nebbie della serie C, ritornando in serie B con uno spettacolare (sì, anche allora) seguito di pubblico. E così l’anno 2018 è come il ’90: anzi, di più, perchè i 19 anni di attesa non hanno affatto attenuato, ma solo compresso l’entusiasmo e la passione della piazza per i propri colori. E così, il 23 Aprile 2017, il tappo è esploso. Ed eccoci ad oggi: le trasferte oceaniche; il tifo incredibile; interi nuclei familiari al seguito; “battesimi” del tifo celebrati tra gli spalti; un’intera generazione che mai aveva visto il Foggia oltre le soglie della terza serie totalmente coinvolta e riconquistata; e i tifosi di tutto il centro-nord mobilitati, coagulati, aggregati con un effetto-cascata impressionante. Con la grande novità di internet, che vent’anni fa non esisteva, a fare da collante e favoloso motore di aggregazione , amplificando l’effetto dell’onda d’urto di cui sopra.

Quello dei “foggiani al seguito” è ormai assurto a fenomeno, dagli aspetti e dai numeri troppo peculiari e grandi per lasciare indifferenti: questo vale tanto per i media quanto per le altre piazze che la marea rossonera tocca di volta in volta.

E così, per i primi: giù commenti ammirati da ogni parte, dallo storico e normalmente asettico 90°Minuto ai programmi Sky che ormai, forti anche dei grossi numeri in termini di abbonamenti e raccolta pubblicitaria riscontrati grazie alla presenza del Foggia in B,  vezzeggiano e coccolano apertamente la tifoseria rossonera. Fino ai suddetti forum di tifosi e a siti specializzati, come il noto SportpeopleChe ormai, dei foggiani, si occupano quasi tutte le settimane.

Mentre, per le seconde: ci stiamo ormai abituando al fermento e al trambusto che l’arrivo del Foggia determina nelle varie città toccate dagli esodi rossoneri. Con un clichè che si ripete: dagli appelli alla tifoseria a riempire gli spalti per contrastare l’arrivo dei “foggiani” (Perugia, Parma, Cremona) ai prezzi stracciati per cercare di riempire il più possibile gli spalti di casa (Terni)

E così veniamo al vero tema di questo articolo, e al pretesto che ne ha deteminato la stesura. L’altro ieri, allo Zaccheria, è arrivato l’Ascoli. Altra squadra della storica “provincia” calcistica italiana dai trascorsi importanti e dalla tifoseria nutrita, composita e appassionata, ben oltre i ridotti confini cittadini. Gli ascolani sono venuti in oltre 600, con una grande mobilitazione pre-gara, risultando (perlomeno fino al derby della prossima settimana…) la tifoseria ospite più numerosa vista quest’anno allo Zaccheria. I supporters del Picchio fanno ciò che possono per farsi sentire, sebbene i cori delle due curve rossoneri risultino inevitabilmente preponderanti, riportando una buona figura. Ma soprattutto producendosi in un mirabile paradosso: è proprio quando il risultato è ormai acquisito, col 3-0 per i Satanelli, in 11 contro 10, che i tifosi bianconeri si fanno più sentire. Partono cori a ripetizione, sciarpate, sbandierate, “fumogenate”. Raggiungendo poi l’acme a fine gara, ben oltre il triplice fischio e con le squadre già rientrate negli spogliatoi: gli ascolani danno il meglio di sè, cantando a squarciagola e mostrando le sciarpe a uno stadio che ormai si sta svuotando. Molto bello. Anche troppo, per non pensare che fosse, in qualche modo, preordinato. 

E ci vengono in mente le scene di Perugia e di Parma, dove la tifoseria rossonera, con un entusiasmo inversamente proporzionale al risultato del campo, aveva continuato a cantare e a saltare anche a fine gara, celebrando il proprio amore incondizionato per i propri colori e facendo stropicciare gli occhi al pubblico di casa. Scene che hanno fatto il giro del web, non passando inosservate neppure su Sky. Tanto da spingere gli ascolani, giunti orgogliosamente a Foggia con un numero (per loro, s’intende) di tutto rispetto, al curioso fenomeno dell’ emulazione. Insomma, il tifo foggiano fa ormai scuola. Scuotendo il mondo del tifo, in serie B ormai da diverse stagioni “ammosciato“, e “ridestando” attraverso il proprio esempio (ormai trasceso a vero e proprio termine di paragone) tante piazze storiche un pò addormentate negli ultimi anni. L’ennesima riprova di un concetto che andiamo sostenendo da un bel pò di tempo: Foggia, e il Foggia, fanno bene alla serie B, e al calcio italiano in generale.

Giancarlo Pugliese