VISTA DA LONTANO/Servono pazienza e fiducia

Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori. E allenatori. Noi tifosi foggiani, in particolare, al conseguimento della licenza media otteniamo di default un master honoris causa a Coverciano.

“E se giochi con il 4-3-3 è uno schema che ti fa prendere troppi gol, e se passi al 3-5-2 impoverisci l’attacco; e perchè non metti tizio e perchè non metti caio”, insomma: soprattutto in momento difficile come questo, ci sentiamo tutti in diritto di dire la nostra. Legittimo, ma solo fino a quando questo non si traduce in una bieca convinzione che ciascuno di noi possa veramente trasformare questo Foggia in una squadra vincente.

La realtà dei fatti ci dice che stiamo affrontando un campionato a noi sconosciuto da circa 20 anni, dove gli investimenti delle nostre avversarie sono stati superiori di quello che il Foggia ha potuto (o, forse più correttamente, voluto) permettersi. Non dimentichiamoci che fino all’apertura del mercato di gennaio la nostra era la squadra con la media del valore dei giocatori più bassa di tutta la categoria (fonte Transfermarkt). Probabilmente ci è bastato sapere che la Spal aveva fatto il “doppio salto”, per poter pensare di ambire a qualcosa di diverso dalla salvezza solamente perchè noi siamo il Foggia e abbiamo portato 50.000 persone in piazza a festeggiare la Serie B. Poi uno analizza la rosa degli estensi e vede che gente di categoria come Floccari faceva la panchina e il loro bomber era uno come Antenucci (che continua a fare gol in Serie A).

Insomma, servono pazienza e fiducia. La scelta di affidarsi ad una persona esperta come Nember ci potrà aiutare ad elevare il tasso tecnico della squadra, l’innesto di giocatori più avvezzi alla categoria dovrebbe limitare quegli errori di inesperienza che ci sono costati fin qui tanti, troppi punti. Anche il vituperato allenatore, l’unico che in 19 anni è riuscito a riportarci in B, ereditando una squadra “non sua”, merita ancora considerazione e rispetto.

Pazienza e  fiducia quindi, ma serve anche un ambiente maturo. I media dovranno stemperare le tensioni e non alimentarle; i tifosi dovranno rispondere nell’unico modo possibile, facendo tanti biglietti e tirando fuori la voce fino al novantesimo ed oltre; i giocatori dovranno dimostrare di tenere alla maglia che indossano e lottare in quelle che diventeranno delle autentiche finali.

Stringiamoci tutti attorno al nostro Foggia e lasciamo stare gossip, polemiche e rimpianti. Guardiamo avanti: ci attendono i 5 mesi più difficili della nostra storia calcistica recente. Penso che il mantenimento della “cadetteria” sia vitale per il futuro del calcio nella nostra città! Dimostriamo di essere un ambiente che può meritare grandi palcoscenici (..e non il CTL Campania di turno) e remiamo tutti nella stessa direzione. In fin dei conti ci mancano 28 punti per tornare ad essere 50.000 in piazza!!!

Forza Foggia!!!