Zeman, i problemi con Canonico raccontati nero su bianco: “Società in evidente crisi, rimborsi al minimo e trasferte coi panini”
È fra le uscite più attese di fine anno: l’autobiografia di Zdenek Zeman (“La bellezza non ha prezzo”, Rizzoli), a lungo aspettata, è in libreria. Con tutto il suo corredo di racconti, aneddoti, verità scomode, di cui già si sta “spoilerando” in questi giorni. Fra esse, non mancano i riferimenti non solo agli anni mitici di “Zemanlandia” con Pasquale Casillo ma anche all’ultima stagione vissuta a Foggia, terminata appena 6 mesi fa, con Nicola Canonico.
A questo proposito sta già circolando sul web un ampio stralcio che racconta il punto di vista del Boemo sull’esperienza vissuta con la nidiata di ragazzi messagli a disposizione da Peppino Pavone, ma soprattutto con le ambiguità che Zeman solleva sulla gestione societaria da parte del patròn Canonico. Fatti e dettagli raccontati dal tecnico praghese, che pure più volte durante la stagione e anche all’indomani della sua partenza da Foggia, aveva denunciato “problemi e divergenze di vedute” con il presidente in merito a tanti aspetti organizzativi e non solo. Zeman ne racconta alcuni e, con la sua proverbiale franchezza, li mette nero su bianco nel suo libro, che verrà a presentare anche a Foggia il prossimo 9 Dicembre alle ore 18 presso l’auditorium della Biblioteca Provinciale, nell’ambito della nuova edizione del “Foggia Festival Sport Story”, kermesse che dal 2 al 15 Dicembre animerà la città.
Ecco uno stralcio tratto dalle pagine del libro, in cui racconta lo splendido rapporto nato con la squadra, di cui non lesina parole di elogio e affetto, ma anche i problemi affrontati dai suoi ragazzi:
La squadra aveva dei chiari limiti tecnici, ma non ho mai trovato un gruppo con la stessa voglia di applicarsi per superarli. Ai ragazzi piaceva allenarsi, anche duramente, e non dicevano mai di no. Avevano voglia di imparare. E’ questo per passione, non certo per denaro, visto che 13 di loro erano al minimo di stipendio: 23000 euro lordi all’anno, 1400 euro netti al mese. Soldi con cui dovevano pagarsi anche la casa. Altri più fortunati avevano un rimborso di 300 euro, che ovviamente non bastavano a prendere nulla. Alcuni per ottimizzare avevano deciso di vivere insieme pensando di accumulare 900-1200 euro per l’affitto di una casa più grande, scoprendo poi che il rimborso non era a persona ma ad appartamento. (….) Dovevano comprarsi tutto da soli: dalla carta igienica ai detersivi, mettevano spesso loro la benzina nel pullmino del magazziniere perchè non c’erano soldi. La società, in evidente crisi finanziaria, ha organizzato viaggi notturni in pullman per evitare di pagare alberghi, offrendo per cena solo panini.
La Redazione